CAM Jazz – CAMJ 7935-5 – 2018
Hank Roberts: violoncello, voce
Filippo Vignato: trombone
Pasquale Mirra: vibrafono
Giorgio Pacorig: pianoforte, Fender Rhodes
Zeno De Rossi: batteria
Pipe Dream, ovvero “Le porte della percezione”. Si perché questo disco si staglia tra pensiero e spirito, sensazioni e istinti. Non c’è nulla di materiale tranne l’apporto dei musicisti e i loro strumenti. Il resto è impalpabile, rarefatto, tenue, come una patina su un coccio di vetro che altera le sembianze del reale. Pipe Dream è qualcosa di arcaico, ieratico, iniziatico ed è documentato nei dieci brani che lo compongono. La voce e il violoncello di Hank Roberts sono carichi di storia e suggestioni. Sembrano portati dal vento che proviene da un mondo lontano e sconosciuto a cui si fatica a darne le sembianze. I suoni, iniziali, di Summer Prayer restituiscono quelle suggestioni, sono sagome di un paganesimo laico che svolge i suoi riti tra le sabbie bruciate dal sole di un deserto indiano. Sono mondi immaginati avvolti dalle note materiche, e volumetriche del trombone di Vignato e dipinti dal profondo e onirico lirismo del vibrafono di Mirra. Loro due, assieme alle “liturgie” elettriche di Pacorig e alle “rituali” e scure percussioni di De Rossi rappresentano la meglio gioventù del nostro jazz, capaci di spingersi in imprese dove il jazz allarga le sue maglie e si fa musica totale, servendosi dei rudimenti del folk (Pictures), della world music (Looking For Home), del free (They Were Years), del blues (Cayuga) e del rock per essere se stesso e nello stesso tempo altro da se stesso. Five Stars!
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