Slam Records – 2018
Rino Adamo: violino, elettronica
Sergio Corbini: pianoforte, sintetizzatore
Stefano Franceschini: sax soprano, sax baritono, clarinetto alto, elettronica
“Endless work”, lavoro senza fine o infinito, è il titolo dell’ultimo cd di un trio composto da musicisti attivi nell’ambito del jazz euristico, aperti al contatto con altre forme artistiche e alle imprese più azzardose. Trattandosi di un disco della Slam Records ci si aspetta di doversi confrontare con la registrazione di una seduta di pura e libera improvvisazione, secondo un target abituale dell’etichetta inglese. Non è esattamente così. Le sette tracce contengono, infatti, idee e spunti messi in circolo da ognuno dei protagonisti dell’incisione, sviluppati in itinere dall’interscambio fra i musicisti secondo procedimenti e traiettorie, però, non ipotizzati in quella forma dai diversi autori.
Quasi mai i brani seguono un percorso piano e rettilineo. Si sa come cominciano ma non si sa dove si andrà a parare. C’è sempre da aspettarsi qualche scarto, qualche sorpresa, insomma, nello svolgimento dei pezzi.
In Free cell, ad esempio, si respira un’aria di camerismo free, movimentato da un sax baritono che trilla, squittisce ed emette suoni parassiti e da sotterranei effetti elettronici, alquanto cupi e inquietanti, prodotti dai membri del gruppo.
Sei mesi dopo possiede una melodia larga, esposta inizialmente e contaddetta, poi, da voci sparse, intrighi tonali, per ritornare in primo piano dopo un bel po’ di fremiti e di sospensioni, cantata letteralmente dal pianoforte.
Matrix è ripresa da Chick Corea e spogliata da ogni orpello. Anche in questo caso Adamo va altissimo con il suo violino e Corbini riporta tutti sulla terra indugiando su atmosfere malinconiche.
Kafka è dedicata, ovviamente, allo scrittore ceco, ha un abito informale ed è punteggiata da loop insistiti, da rumorismi sintetici e nobilitata da un assolo incisivo del pianoforte.
Se una notte d’estate è ispirata da Italo Calvino e viaggia sulle rotaie della tonalità, si appoggia su un tema limpido e su appropriate variazioni, tanto da far pensare ad un momento di pausa rispetto alle costruzioni accidentate del terzetto.
Sylvie è altrettanto priva di particolari asperità, se si esclude un’introduzione di violino sovrainciso. Per il resto il clima è vicino ad una ballata romantica, anche se l’autore dice di aver voluto rifarsi ad un’ ineffabile esperienza difficile da spiegare razionalmente.
Anam, infine, vuole ricordare il giornalista e scrittore Tiziano Terzani noto per numerosi reportages di viaggi intorno al mondo. E’ il brano più ritmato del lotto e ha cadenze etno-rock.
Con “Endless Work”, Adamo, Corbini e Franceschini realizzano un album certamente privo di barriere e di limitazioni. Le rispettive storie personali confluiscono in una musica piena di riferimenti, omogenea nella sua eterogeneità, per questo degna di essere ascoltata e riascoltata con la giusta attenzione.
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