Sunna Gunnlaugs – Ancestry

Sunna Gunnlaugs - Ancestry

Sunny Sky Records – 2018




Sunna Gunnlaugs: pianoforte

Verneri Pohjola: tromba

Torgrímur Jónsson: contrabbasso

Scott McLemore: batteria







La ormai più che affermata pianista islandese Gunna Gunnlaugs propone il suo nuovo progetto aggiungendo al suo storico e rodato trio il giovane trombettista finlandese Verneri Pohjola.


Il pianismo dell’artista di Reykjavík non cambia, la formula funziona: il trio è perfettamente in equilibrio ed ogni componente pare telepaticamente comunicare ed anticipare le mosse degli altri.


Tredici tracce scritte per la maggior parte dalla pianista che lascia comunque spazio alla tromba di Pohjola autore di due brani.


È un album che non introduce nessuna novità nelle scelte estetiche, ormai consolidate, ma sa veicolare una leggera e rassicurante sensazione di algida estasi. Ancestry e Atlantic Lullaby sono perfetti esempi di quella levità incostante che pervade l’intero progetto: la melodia caratterizza le tracce che si muovono tra riferimenti modali e creano un’atmosfera familiare ed avvolgente. La linea di basso ostinato di Jónsson in Atlantic Lullaby apre e sostiene l’intero brano. Ancestry vede Pohjola giocare con timbri diafani ed effetti di soffiato convincenti che si alternano ad un suono pulito e netto. La capacità di creare chorus di una bellezza immediata è notevole, February con il piano che prepara il terreno alla tromba, che espone il tema, ha l’agilità e la meraviglia di corso d’acqua d’alta montagna che mestamente scorre.


In Trycicle, dedicato all’immenso trombettista e flicornista Kenny Wheeler, Pohjola rende il suo timbro ancora più pulito e lirico.


Spin 12, 13 e 14 rappresentano brevissime tracce in trio che la Gunnlaugs inserisce in ogni album: un piccolo contenitore dedicato all’improvvisazione. L’idea è partita nel 2010 con l’album The Dream.


Wake Me Up Before You Go-Go, brano pop degli Wham!, seppur divertente nella rilettura, appare più un divertissement estemporaneo avulso dal resto dell’album.


La Gunnlaugs, dal timbro delicato e sognante, mantiene saldamente le fila di un trio che con lo scorrere del tempo non ha perso inventiva e capacità.



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