Giovanni Guidi – Avec Le Temps

Giovanni Guidi - Avec Le Temps

ECM Records – ECM2604 – 2019




Giovanni Guidi: pianoforte

Francesco Bearzatti: sassofono tenore

Roberto Cecchetto: chitarra

Thomas Morgan: contrabbasso

João Lobo: batteria





«Avec le temps, va, tout s’en va…» recita il famoso brano di Léo Ferré, cantautore, poeta e artista monegasco che è fonte di ispirazione per Giovanni Guidi nell’ultimo progetto, Avec le temps sempre in casa ECM Records. Quarto album per l’artista di Foligno che questa volta allarga il suo trio aggiungendo Francesco Bearzatti al sassofono tenore e Roberto Cecchetto alla chitarra. Copertina dell’album fedele semplice ed immediata, opera, come le precedenti, dell’artista francese Emmanuel Barcilon. Una campitura di colore azzurro, leggermente frastagliata ai bordi, sensazioni basiche e un uso dello spazio che fornisce percezioni intense. Anche questa volta l’imago rispecchia la natura musicale di un album che predilige la melodia: chorus di partenza e interludio che riprende il leitmotiv, un improvvisazione del piano che parafrasa instancabilmente il refrain, a volte sviluppa una nuova melodia basandosi sempre sugli accordi del tema. Il pianismo dell’artista umbro segue, come nei lavori precedenti, un idea ben precisa; la ripetizione pura, la ripetizione del differente, come presenta l’immagine della copertina dell’album.


Avec le temps, con cui si apre l’album, scardina, rompe gli equilibri, non ripete pedissequamente l’originale: non si tratta di interpretare nuovamente il motivo ma di spezzare il legame originale/copia aprendo di fatto un pluralità dello stesso.


In 15th of August ed in Postludium and a Kiss, Cecchetto opera il medesimo lavoro di Guidi, ma è il sassofono di Bearzatti (musicista dalle incredibili sfaccettature) che sporca la tela (musicale) con lanci di colore, growl, sussulti vocali, tremolii mantenendo in tensione sia Morgan, capace di sostenere i compagni, cosi come di muoversi in piena autonomia. Lobo alla batteria mantiene l’eccitazione spostando gli accenti sui tempi deboli creando un turbamento generale.


La presenza del sassofono introduce un vigore dirompente pronto a scardinare le certezze, lo si nota sia in Caino che parte con un mood evocativo e sobrio e a metà il motivo si accartoccia su se stesso lacerandosi, frantumandosi impietosamente.


Tomasz è un breve ricordo del compianto trombettista polacco Tomasz Stanko, con il quale il pianista ha avuto la possibilità di collaborare in un lungo tour europeo.


Un progetto che conferma la capacità dell’artista folignate di possedere uno sguardo “inattuale” che guarda oltre il proprio tempo ed è pronto a coglierne le inadeguatezze.




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