Alberto La Neve – Night Windows

Alberto La Neve - Night Windows

Manitù Records – 2019






Alberto La Neve: sax tenore, sax soprano, loop machine, multi effects

Fabiana Dota: voce





Cosa hanno in comune il jazz a Edward Hopper? Forse il blues che scaturisce da quell’angosciante senso di solitudine ed estraniamento dell’uomo metropolitano; oppure entrambi sono due facce speculari della modernità, la descrizione improvvisata degli accadimenti quotidiani in cui l’uno, il jazz li trasforma in perenne dinamismo, e l’altro, Hopper, li cristallizza nell’attimo stesso in cui li immagina facendoli diventare anch’essi dinamici negli infiniti significati che ognuno gli attribuisce. Ecco cosa fa il calabrese La Neve, anche lui solo come i personaggi di Hopper nell’interpretare i colori e le suggestioni visive di un’inquietante e camusiano ragionar di sé. L’idea è giusta, perché è in solitudine che si penetra il pensiero di Hopper e lo si interpreta attraverso il susseguirsi dei suoi quadri/fotogrammi (New York Movie). Improvvisare e tradurre le emozioni attraverso le sequenze sonore en plen air del tenore o più filiformi del soprano, proiezione diretta dell’animo. Poi, gli effetti e i gingilli elettronici servono a sfatare il rituale organico e carnale dell’immediato per proiettare le divagazioni sonore in un contesto postmoderno e altro rispetto al tempo. La Neve entra ed esce dalla notte (Night Windows); i suoi fraseggi si fanno cupi o solari; navigano il fiume delle emozioni o si tengono stretti alla costa; usa la tecnica per giocare con melodia e canto; si rifugia nel modale o usa le libertà del free per scavare più a fondo ed esorcizzare i fantasmi e le ombre (Nightawks). La sua time machine ha sfidato Cronos, lo ha esiliato in un angolo sperduto della memoria per astrarsi fuori dal tempo e dallo spazio e raggiungere la dimensione Hopper, un ignoto posto dove non esistono le convenzioni degli uomini ma solo ed esclusivamente le emozioni. Disco suggestivo!




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