Luca Sguera – AKA

Luca Sguera - AKA

Auand Records – 2019




Luca Sguera: pianoforte, voce

Francesco Panconesi: sassofono tenore

Alessandro Mazzieri: basso elettrico

Carmine Casciello: batteria

ospite

Dan Kinzelman: voce in Feldman





Aka è il primo album del pianista Luca Sguera, prodotto dal sassofonista Dan Kinzelman. L’incontro tra i due è avvenuto ai seminari di Siena Jazz tenuti dal sassofonista americano.


Aka è polisemico, potrebbe essere l’acronimo di “Also Known As” o ricordare invece il popolo dei pigmei Aka e della loro musica polifonica che, come ricorda lo studioso Simha Arom «La musica degli AKA è collettiva e tutti partecipano; non vi è una gerarchia apparente nella distribuzione delle parti; ogni individuo sembra godere di una completa libertà; le voci crescono in tutte le direzioni.»


Sguera ci offre un progetto alquanto maturo sia dal punto compositivo che della forza strumentale.


Le linee compositive si arrampicano verso diverse direzioni, il tentativo del pianista ci ricorda il filosofo Gilles Deleuze e il concetto di rizoma: «[…] il rizoma collega un punto qualsiasi con un altro punto qualsiasi, e ciascuno dei suoi tratti non rimanda necessariamente a tratti dello stesso genere, mettendo in gioco regimi di segni molto differenti ed anche stati di non-segni […] Rispetto ai sistemi centrici (anche policentrici), a comunicazione gerarchica e collegamenti prestabiliti, il rizoma è un sistema acentrico, non gerarchico e non significante.»


Go! ci ammalia con lo splendido inizio: il sassofono impone il suo tema malinconico, la batteria si muove con agilità con piglio funky e il basso inizia un walking bass; il brano muta improvvisamente con l’entrata del piano che accenna e scarta gli altri, il fraseggio è incostante. Una ventata di inquietudine pervade il motivo che si apre sempre di più giungendo a momenti di parossismo.


Vxatio.ns., brano di Satie, guarda in faccia l’avant-jazz procedendo per rotture e accumuli di materiale musicale quasi a formare lentamente una piccola caverna in cui rifugiarsi.


Feldman è giocata su contrappunti melodici dei singoli strumenti, un’anima collettiva che si muove con sinuose movenze, l’uso dell’elettronica è fortemente misurato e le influenze musicali sono le più disparate. Il timbro di Panconesi teso e vibrante, quasi sofferente è una piacevole scoperta.


Vexations, altro brano di Satie, accetta lo stile primitivo del compositore francese e lo fa suo.


Aka si diverte a giocare con l’elettronica e si caratterizza per la volontà di far prevalere la parte ritmica, ritmi africani, il pianismo di Sguera si tiene sempre lontano dalla melodia, dai facili accordi prediligendo frasi spezzettate e la scelta di un pianismo percussivo.


Nove tracce, sette delle quali composte dal pianista, in cui si nota, oltre alla maturità compositiva, la voglia di confrontarsi non solo con la musica ma anche con l’arte contemporanea: un deciso, credibile ed intenso album d’esordio.



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