UR Records – UR20 – 2019
Graziano Gatti: cornetta
Alberto Zanini: chitarra
Luca Pissavini: contrabbasso
Dudu Kouate: percussioni, xalam, voce
Recando un ispiratore aforisma dagli I Ching, secondo cui «tutti i movimenti si compiono in sei gradi, ed il settimo reca il ritorno», di non immediata né univoca comprensione come è proprio della polivalente sintesi della cultura d’Oriente, Suite for a Friend reca programmaticamente l’incombenza ed il fardello emotivo di una perdita amicale: “più che al ritorno, la settima parte di questa suite apre ad un vitale e rabbioso smarrimento di fronte alla morte”. Ed è questo il completamento concettuale dell’introduzione al lavoro, momento di concentrazione sia di cordoglio che lenitiva, come è nei meccanismi di elaborazione della perdita.
Di fatto, le connotazioni espressive della musicalità d’insieme si mantengono coerenti al clima delle premesse, con modalità continuative almeno nei primi cinque movimenti del lavoro, guadagnando quindi un assetto più positivo, se non una temperata solarità, nel sesto brano, rimodulando il mood collettivo nella più austera e serotina atmosfera del successivo passaggio, che prepara l’epilogo nelle concitazioni e nelle intricate espressioni del brano finale, liberatorio nella sua carica “caotica e rabbiosa”, da intendere come “ghost track” che sancisca fine e completamento.
Colpisce, del progetto dell’organica band, l’interplay organico e funzionale e, se le morfologie recano anche effettismi di fatto non nuovissimi, essi sono come il complesso dei materiali funzionalmente amministrati nel conferire corpo drammatico e tensione immaginativa alla suite, sette stanze musicali di forza rappresentativa abile a pervenire ad una coinvolgente dimensione catartica, su cui convergono l’onirico trattamento delle corde elettriche, le robuste linee del contrabbasso, l’organica scansione ritmica e naturalmente i lampi d’ottone della cornetta, dalle morfologie multiformi ed attente alle più aggiornate espressioni dello strumento.
La tematica opera del solista, autore ed educatore musicale bergamasco, pervenuto alla quarta esperienza discografica, si palesa dunque convincente nel proprio sviluppo e toccante nelle proprie implicazioni, confermando uno standard progettuale tutt’altro che scontato e ben idoneo alla riproposta.
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