Celano Jazz Convention 2019

Foto: Fabio Ciminiera










Celano Jazz Convention 2019

Celano – 31.7/3.8.2019

Con la sua seconda edizione, Celano Jazz Convention ha rivelato la sua vocazione didattica in maniera ancora più esplicita ed evidente. Le attività dei seminari hanno rappresentato infatti l’aspetto centrale della rassegna diretta dal chitarrista Franco Finucci e si è stretto in una connessione convinta e biunivoca con i vari aspetti della manifestazione, a partire come ovvio dalle esibizioni musicali e dalle attività collaterali legate al festival.


I concerti proposti, infatti, hanno visto sul palco i musicisti impegnati come docenti nel corso dei quattro giorni del festival, alle prese con progetti originali e consolidati come il quartetto guidato da Max Ionata, Urban Canvas la formazione guidata da Elisabetta Antonini e Soundscape’s Activity, l’esplorazione elettronica di Marcello Malatesta e Marco Di Battista, arricchita da altri due docenti dei corsi in veste di ospiti, vale a dire Umberto Fiorentino e Roberto Zechini. Il programma si è poi ampliato con due momenti nati, invece, durante i seminari: vale a dire, il concerto finale del laboratorio “Jazz for Kids and Teens” diretto da Andrea Gargiulo e le esibizioni conclusive dei partecipanti alla masterclass, accolti in un abbraccio finale e sentito dal pubblico celanese che ha seguito e applaudito tutti gli interventi e richiesto a gran voce i protagonisti della serata per un bis del tutto fuori programma.


L’identità di Celano Jazz Convention risiede in modo specifico nella sua dimensione didattica. L’aumento del numero di iscritti ai vari corsi ha testimoniato questo aspetto in maniera netta. I corsi tenuti da Gargiulo sia con i bambini e i ragazzi che con i docenti, le due conferenze di Stefano Zenni (una rivolta agli iscritti alle masterclass e dedicata alla musica di Charles Mingus e una aperta al pubblico e centrata sulla figura di Louis Armstrong) e la presenza di Roberto Zechini con il suo ormai storico laboratorio “Il Chitarreto dei Jazzemani” sono tutti aspetti che hanno messo al centro della rassegna il rapporto con l’insegnamento e con la trasmissione delle conoscenze. La scelta di una squadra di docenti di assoluto livello – formata da Marco Di Battista, Max Ionata, Umberto Fiorentino, Elisabetta Antonini, Luca Mannutza, Daniele Sorrentino, Marcello Di Leonardo e Marcello Malatesta – ha unito continuità e ricerca di nuove strade, ha mantenuto salda la qualità, portando nelle aule e sul palco alcuni protagonisti indiscussi del panorama jazzistico nazionale, musicisti conosciuti e considerati anche al di fuori dei confini italiani e stimati come docenti. E, in questo modo, il festival ha saputo ritagliarsi un proprio spazio nel ricco panorama italiano delle rassegne di jazz che, in estate, uniscono le attività didattiche al programma artistico.


Il laboratorio “Jazz For Kids & Teens” ha naturalmente avuto un aspetto sociale non indifferente, capace di offrire sia ai partecipanti che agli spettatori un forte livello di coinvolgimento. Oltre quaranta ragazzi – tra i quali sette diversamente abili – hanno dato vita ad un’inclusione aperta e paritaria, senza corsie preferenziali e con l’intenzione di dialogare attraverso la musica. Molti di loro non avevano mai suonato uno strumento musicale: le sessioni di lavoro tenute durante il festival, nel giro di soli quattro giorni, hanno costruito un ensemble in grado di tenere il palco, suonare dal vivo, interagire tra di loro e con il pubblico.


La musica può raccontare molte cose. Un festival come Celano Jazz Convention può raccontare la musica suonata sul palco di Piazza San Giovanni ma anche la risposta affettuosa del pubblico ai ragazzi che sono arrivati a Celano da tutta Italia per i seminari, come si diceva sopra, e la complicità tra docenti e studenti. Può raccontare l’intenzione di raccogliere le energie delle diverse scuole di musica del Celanese e, in generale, della Marsica. E può raccontare, infine, la voglia connettere le realtà che si adoperano nel sociale sul territorio. Tante maniere, diverse e coesistenti, per tracciare il percorso di un festival e delle esperienze vissute durante i quattro giorni di seminari e concerti.



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