Paolo Botti: viola, mandolino, dobro, salterio ad arco, cornetta
Gabriele Cancelli: tromba, cornetta
Tony Cattano: trombone,
Dimitri Grechi Espinoza: sax alto
Edoardo Marraffa: sax tenore, sax sopranino
Enrico Terregnoli: chitarre, banjo
Mariangela Tandoi: fisarmonica
Tito Mangialajo Rantzer: contrabbasso, voce
Zeno De Rossi: percussioni, batteria
Cosa c’è di importante in questo ultimo progetto di Paolo Botti su Alan Lomax? C’è che il nostro musicista compie una doppia operazione: riportare alla luce alcuni documenti sonori raccolti da Lomax nella sua lunga e fruttifera ricerca di suoni e tradizioni; e rivisitare e riarrangiare gli stessi donandogli nuova vita assieme all’inserimento di alcuni pezzi originali che riassumono quanto di profondo e acquisito ci sia nella conoscenza di Lomax da parte di Paolo Botti, soprattutto del lato popolare e rurale. Dunque un lavoro eccellente, costruito con un gruppo di nove e bravissimi elementi e il contributo di più strumenti per meglio definire e attualizzare la portata sonora e storica di brani che di per sé sono già opera mondo e che comprendono musiche americane, europee ed italiane. Il repertorio è variegato sia nei colori che nei sapori. Si va dal blues, alle work song, al folk irlandese, a quello spagnolo e italiano, al merengue, passando per le invenzioni jazz di Jelly Roll Morton (The Pearls), al walzer italiano da festa popolare all’esotico calypso. Altamente consigliato!
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