Emme Record Label – ERL1910 – 2019
Giovanni Palombo: chitarra acustica, chitarra classica
Gabriele Coen: clarinetto, sassofoni
Benny Penazzi: violoncello
Francesco Savoretti: percussioni
Pasquale Laino: sassofoni, elettronica
Alessandro D’Alessandro: organetto
La musica popolare e i suoni della chitarra come punto di incontro di un mondo sonoro sfaccettato e accogliente. Le tradizioni musicali italiane e mediterranee, i suoni acustici e il senso della melodia sono senz’altro al centro del disegno proposto da Giovanni Palombo: un nucleo che si anima poi di riferimenti diversi, utilizzati sempre in maniera funzionale e coerente, senza snaturare il filo espressivo tracciato dal chitarrista. Le suggestioni provenienti dal jazz e dalla musica classica così come gli inserti elettronici offrono di volta in volta possibilità espresive diverse e, allo stesso modo, la scelta di variare l’organico, a seconda dei brani. In questo modo, le atmosfere variano in maniera naturale e tracciano un percorso che si snoda fluido e coerente. Non manca, poi, uno sguardo fuori dai confini territoriali di “appartenenza”, con il rimando di apertura agli Oregon (A Touch of Oregon) e alle tradizioni anglosassoni (Scarborough Fair) e, poi, con le traduzioni del tango (Scena Tango) e delle influenze orientali (Meltemi e Luna Rossa a Istanbul) nel linguaggio musicale di Palombo.
Se la dimensione popolare, folklorica e basata sulle tradizioni, viene utilizzata con rispetto nei vari contesti, l’intenzione è però quella di mettere in luce i possibili riflessi scaturiti dagli incontri e dalle, pur discrete, ibridazioni. Se il quartetto evidenzia la declinazione più jazzistica, la particolare line up (chitarra, sassofono, violoncello e percussioni) e il nome scelto (Camera Ensemble) qualificano l’attitudine cameristica e il passo agile della formazione in una sintesi sempre essenziale e misurata tra le varie ispirazioni. L’interpretazione in chitarra solo de La preghiera della madre esplora una dimensione intima e melodica ma allo stesso tempo in grado di descrivere e rendere vivide le tensioni emotive. I due incontri in duo riflettono due scelte differenti: languido, rivolto ad esaltare il senso della danza e, complessivamente, più vicino alle tradizioni popolari l’incontro con l’organetto di Alessandro D’Alessandro in Folk Danza e Scena Tango; più trasversale con i sassofoni e l’elettronica di Pasquale Laino in Scarborough Fair, Luna Rossa a Istanbul.
Una connotazione importante dell’approccio proposto da Giovanni Palombo è raccolta nella parola “taccuino” presente nel titolo. Il riferimento a un lavoro condotto con pazienza per serbare tutto il sapore delle sottigliezze, dei ricordi e dei dettagli: un’attenzione artigianale nella raccolta degli elementi e nella successiva trasmissione e condivisione con gli altri musicisti e con gli ascoltatori. Ed è, in effetti, questo il sentimento che passa attraverso i nove brani del disco: raccogliere gli spunti delle tradizioni, condividerli attraverso la rielaborazione e la scrittura, l’improvvisazione e l’idea del suonare insieme e, infine, tramandarli in una forma che se, da una parte, lascia vedere chiaro il punto di partenza, il rispetto per la storia e i linguaggi, dall’altra mette a confronto questo materiale con il mondo variegato e plurale di oggi.
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