BluJazz – 2018
Cecilia Sanchietti: batteria
Pierpaolo Principato: pianoforte
Marco Siniscalco: basso elettrico
Nicolas Kummert: sassofono
La Terza Via è una strada alternativa, costruita con fatica e immaginazione, trovando le forze e l’ispirazione dentro di sé. Cecilia Sanchietti spiega così il titolo di questo lavoro realizzato con grande abnegazione e con scelte oculate.
Innanzitutto, la batterista completa il trio con due musicisti esperti e versatili come Pierpaolo Principato e Marco Siniscalco, capaci di interpretare le tradizioni del jazz e di spingersi, ciascuno con le proprie peculiarità verso i linguaggi musicali più attuali. La presenza poi in quattro brani del sassofonista belga Nicolas Kummert offre ulteriori possibilità per l’esecuzione dei brani.
La scrittura è, poi, il tassello successivo nel processo innescato da Sanchietti. I sette brani originali portati dalla batterista nel disco rivelano una concezione accogliente, rivolta a rielaborare i vari riferimenti e a dare spazio all’inventiva dei singoli interpreti. Le composizioni vanno a cercare, infatti, una sintesi tra elementi del jazz statunitense ed europeo, tra passato e presente delle musiche di improvvisazione, tra sonorità acustiche ed elettriche, tra aderenza ai canoni e personalità, tra dimensione melodica e propulsione ritmica. E, in qualche modo, anche l’approccio lirico del brano firmato da Principato, Emerging Lands, va in una direzione simile. È questo, forse, il senso più evidente e marcato della “terza via” pensata dalla batterista: un punto di convergenza, sia per i brani in trio che per quelli in quartetto, dove possano coesistere le numerose spinte espressive e, soprattutto, trovare un equilibrio fluido. Una direzione sottolineata anche dai due temi provenienti da altri repertori: Hang gliding di Maria Schneider e Innocence una delle composizioni affidate da Keith Jarrett al suo quartetto europeo. L’intenzione di rinnovare attraverso la scrittura e l’arrangiamento il linguaggio del jazz da parte della compositrice statunitense e la sintesi cristallina e prismatica distillata da Jarrett insieme a Jan Garbarek, Palle Danielsson e Jon Christensen.
La Terza Via è quindi un lavoro sobrio e, senz’altro, aderente ad una concezione moderna del jazz. La “strada alternativa” del titolo risiede, se si vuole, nello sguardo che permette, senza cercare di stravolgere i canoni del linguaggio, di interpretare in maniera personale il materiale di partenza. La prospettiva aggiunta in questo caso da Cecilia Sanchietti è la combinazione scaturita dall’accostamento delle diverse tessere del suo mosaico e dalla disponibilità dei musicisti coinvolti a sganciarsi per quanto possibile dai cliché e dalle soluzioni già percorse.
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