Libri Jazz 2020

Foto: Copertina del libro “Il trombonista innamorato e altre storie di jazz” di Aldo Gianolio









Questo che si può ormai ritenere un appuntamento decennale sui libri per l’estate e per l’inverno, nell’attuale seconda parte del 2020, comincia, purtroppo, con un vizio di fondo: il Covid-19, o coronavirus, di fatto interrompe l’attività editoriale per tre mesi, fra marzo e maggio, e ancora all’inizio di luglio molti uffici-stampa sono chiusi, con una ripresa assai faticosa e rallentata. Ciò detto, da gennaio a luglio (e anche guardando un po’ a ritroso) vi sono uscite di volumi, volumetti, volumoni, che risultano per il jazz (e suoni affini), meritevoli insomma di elogi e segnalazioni.


Un discorso particolare andrebbe fatto per due case editrici che hanno a cuore la cultura jazzistica sia pure in mezzo a tanti generi musicali: da un lato Il Saggiatore foriero di testi ad alto tasso di valore musicologico (esteso soprattutto alla classica e di riflesso al folk al pop); dall’altro Arcana invece attenta all’attualità dal taglio più divulgativo e giovanilista (e conseguente amore per la cultura rock, soul, hip-hop, eccetera). Sia Il Saggiatore che Arcana presentano dunque ottimi o buoni libri sul jazz tra continuità e coerenza.


Per Il Saggiatore, va ricordato soprattutto La musica del cambiamento di Nate Chinen, che compie una scrupolosa indagine sul jazz dei primi 18 anni del XXI guardando quasi esclusivamente alla scena statunitense (da cui si intuisce come gli americani sappiano poco o nulla di jazz italiano ed europeo) che suddivide in 12 argomenti tematici con eccelente fiuto, piacevole scrittura, motivati giudizi. Accanto a Chinen, vanno magari inseriti anche Novecento in musica di Fiamma Nicolodi e Il Novecento di Elvio Giudici, che trattano rispettivamente i primi 50 anni di musica colta e l’intero secolo operistico (americano compreso), per capire come oggi a jazzologi, jazzomani, jazzofili non dovrebbe risultare estranea la produzione dotta per via di un’influenza più o meno diretta su molta cultura afroamericana; persino le riflessioni di Vivere la musica di Francesco Motta, benché riferite alla canzone, possono risultare utili onde evitare alcune tipologie di ottuso settarismo che talvolta attanagliano la vita jazzistica.


Per Arcana, il nuovo libro d’obbligo è Temporale jazz di Marco Restucci, singolare figura di critico e musicista dedito altresì agli studi filosofici con particolari interessi per l’estetica moderno-contemporanea: e qui riesce a fondere i propri amori in un libro che celebra il jazz quale discorso su tempo e percezione a loro volta cardini essenziali per improvvisare allo strumento in gruppo. E possiamo quindi collegare il jazz di Restucci con Countin’ The Blues di Elisa De Munari e Blues Pills e altre storie di Lorenz Zadro e Antonio Boschi, ovvero due testi sulla cultura bluesistica: il primo tratta le donne indomite degli anni Venti, undici blues girls (tra cui ovviamente la notissima Bessie Smith), ribelli per natura e vicine anche all’hot jazz; il secondo è una breve guida alla storia del jazz dalle origini a oggi con una valenza didascalica accentuata dagli originali azzeccatissimi disegni di Alexandra Balint. Addirittura Percorsi postmoderni del rock di Giovanni Ippolito riesce a interessare il lettore onnivoro di un jazz aperto a numerosi eterogenei collegamenti.


A dire il vero, c’è poi un terzo editore – tralasciandone altri due/tre i cui uffici-stampa non brillano certo di sensibilità verso critici e recensori di nicchia – ed è Curcio Young specializzata in fumetti e graphic novel per bambini: i due più recenti titoli al momento, L’ultimo viaggio di Billie e La notte in cui inventarono il rock, entrambi di Remo Brandoni (testo) e Chiara Di Vivona (illustrazioni) concernono rispettivamente la drammatica carriera di Billie Holiday e la mitica performance di Jimi Hendrix a Monterey Pop, con un linguaggio semplice immediato che aiuta però l’infanzia a riflettere.


Ci sono poi quattro biografie di personaggi tangenti al jazz, ma ai quali il jazz offre molto nel passato e nel presente: Dal ragtime a Wagner di Luca Cerchiari è l’analisi di Scott Joplin operista alle prese con il capolavoro postumo Threemonisha. Renzo Arbore e la rivoluzione gentile di Vassily Sortino è una corposa monografia su un personaggio suddiviso nel libro in tre ruoli, alla radio, in televisione e nella musica, tre ambienti “culturali” dove lo showman metà provocatore metà jazzista si fa amore incondizionatamente da svariati pubblici. Il mondo di Woody di Roberto Escobar si riferisce unicamente al cinema di un Woody Allen, regista da sempre innamorato di jazz e pronto a inserirlo nei film fra citazioni e colonne sonore. Anche Chiedetemi chi era Gaber di Ombretta Colli è utile per conoscere da vicino, con lo sguardo della moglie, un musicista di solito associato al teatro-canzone nei cui brani però serpeggia qualche accenno al dixieland e allo swing, come in tutta la Milano di fine anni Cinquanta.


Non restano che due libri ancora da segnalare: da un lato la ristampa aggiornata di Spaghetti-swing di Freddy Colt, un utile prontuario della canzone italiana jazzata. Dall’altro, Il trombonista innamorato e altre storie di jazz dell’emiliano Aldo Gianolio, dove il noto critico torna alla narrativa in modo felice originale, esilarante, perfettamente allineato con la scuola emiliana della narrativa tricolore.

I tredici libri per l’estate jazz 2020 in ordine alfabetico

Blues Pills e altre storie di Lorenz Zadro, Antonio Boschi, Alexandra Balint

Chiedetemi chi era Gaber di Ombretta Colli

Dal ragtime a Wagner di Luca Cerchiari

Il mondo di Woody di Roberto Escobar

Il Novecento di Elvio Giudici

Il trombonista innamorato e altre storie di jazz di Aldo Gianolio

L’ultimo viaggio di Billie di Remo Brandoni e Chiara Di Vivona

La musica del cambiamento di Nate Chinen

La notte in cui inventarono il rock di Remo Brandoni e Chiara Di Vivona

Novecento in musica di Fiamma Nicolodi

Renzo Arbore e la rivoluzione gentile di Vassily Sortino

Spaghetti-swing di Freddy Colt

Temporale jazz di Marco Restucci, Countin’ The Blues di Elisa De Munari




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