Camilla Records – 2020
Simone Maggio: pianoforte, harmonium
Carlo Cossu: violino
Federica Michisanti: contrabbasso
Ermanno Baron: batteria
Simone Maggio è un pianista romano quarantenne con buoni studi alle spalle ed esperienze variegate in diversi generi musicali. In campo jazzistico, è noto principalmente per la sua collaborazione con Federica Michisanti in “Trioness”, progetto completato dalla presenza di un sassofonista, rispettivamente Emanuele Melisurgo nel primo cd e Matt Renzi nel secondo. La scelta della Michisanti, come bassista, in questa nuova formazione, è stata quasi obbligata, quindi, considerate la vicinanza di idee, di concezioni fra i due musicisti. Alla coppia sono stati aggregati, poi, Ermanno Baron, batterista versatile e incline ad un lavoro costruttivo, non limitato al semplice accompagnamento, e Carlo Cossu al violino, incontrato da Maggio in precedenza in gruppi afferenti al prog-rock o zone limitrofe. Il tastierista è autore di sei brani su undici. I restanti sono improvvisazioni collettive. La musica del cd contiene una robusta componente riferibile al filone romantico-tardo romantico, unita al senso del blues, dello swing, a volte mascherato, non scopertissimo, ma sempre vivo, e ad una predilezione per i motivi iterati, che si annunciano, vanno, e si riaffacciano nello snodarsi dei pezzi, tutti piuttosto lunghi fra l’altro. La struttura delle tracce è, inoltre, piuttosto complessa, con improvvisazioni tematiche che si innestano su un materiale polifonico definito in partenza, al punto che si individua con una certa difficoltà dove ha inizio la composizione istantanea e dove finisce il materiale predisposto dal bandleader. Non per caso pure le 5 impro mantengono un andamento analogo, tali da sembrare scritte, tanta è l’empatia che si è creata all’interno del gruppo al momento dell’incisione.
Pianoforte e violino, ancora, rappresentano il lato classico del quartetto, con le dovute licenze, si intende. Basso e batteria trasferiscono, invece, le elaborazioni dei due partners nell’ambito di un jazz moderno, libero da troppi vincoli, agganciato in qualche maniera ad un tipo di sound nordico, discendente più o meno (in)direttamente dai maestri scandinavi dell’ECM, ma con più fuoco dentro o più sentimento se si vuole.
“Cuerdas”, in conclusione, è un bel salto in avanti nella produzione discografica di Simone Maggio, perché contiene una musica di qualità rara, bene organizzata, alimentata, in più, da un ensemble dotato di grande sensibilità e di invidiabile interplay.
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