Autoproduzione – 2020
Livio Laurenti: direzione
Paolo Venier: voce
Marcello Sfetez: sax alto, sax soprano
Roberto Santagati: tromba
Tiziano Bole: chitarra
Sebastiano Frattini: violino
Piero Purich: sax tenore, sax soprano
Matjia Mlakar: trombone
Bostjan Simon: sax alto, sax soprano, clarinetto
Marko Rupel: tuba
Flavio Davanzo: tromba
Giulio Scaramella: pianoforte
Tom Hmeljak: batteria
Il nome della formazione e il titolo del disco svelano subito quanto ascolteremo nelle diciassette tracce di Una notte al Cotton Club, nuovo lavoro della Trieste Early Jazz Orchestra. Il rispetto per il jazz delle origini si rivela filologico e si unisce all’atteggiamento con cui i musicisti affrontano un repertorio che affonda le sue radici negli anni Venti e Trenta del secolo scorso: un atteggiamento divertito e partecipe, allo stesso tempo, aderente alle “regole” che definiscono il genere ma capace di mantenere sempre in primo piano la facilità d’ascolto, a dispetto della sua costruzione articolata, e la dimensione più festosa di questa musica.
Allo stesso modo, è aderente all’originale tutto il corredo proposto dalla Trieste Early Jazz Orchestra nel disco: l’organico è costruito ad immagine e somiglianza delle orchestre di inizio novecento, con la presenza del violino e della tuba e senza il contrabbasso; il repertorio rimanda direttamente al periodo – tra i compositori spiccano Sidney Bechet, Count Basie, King Oliver e Louis Armstrong – e ai musical di Broadway; gli aspetti più esteriori, come i caratteri e le immagini utilizzati per le copertine, sono anch’essi fedeli. Non manca il richiamo agli aspetti più esotici e selvaggi del jungle e delle esplorazioni musicali con cui il jazz dell’epoca si lanciava verso territori lontani e sconosciuti.
Livio Laurenti e i musicisti della Trieste Early Jazz Orchestra si immergono nelle atmosfere del Cotton Club a ritmo di swing ed interpretano il senso più profondo dell’Early Jazz, del jazz degli anni Venti e Trenta. Una musica pensata per far ballare e per intrattenere il pubblico e, insieme, una musica d’arte, una musica capace di contenere messaggi (più o meno espliciti, a seconda dei casi, più o meno impegnati dal punto di vista sociale e delle questioni razziali), una musica, in definitiva, in grado di mantenere intatta la sua carica ancora oggi.
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