Connector Records – 59980-2 – 2018
Sebastian Schunke: pianoforte
Diego Pinera: batteria, percussioni
ospiti
Benjamin Weidenkamp: clarinetto basso, clarinetto in Back to life – Part I, Back to life – Part II e Der Gedanke
Yodfat Miron: viola in Back to life – Part I, Back to life – Part II e Der Gedanke
Boram Lie: violoncello in Back to life – Part I, Back to life – Part II e Der Gedanke
Sebastian Schunke prosegue, in duo con Diego Pinera, la sua ricerca di un terreno musicale alla convergenza tra scrittura e improvvisazione, tra musica colta del ventesimo e del ventunesimo secolo, tra influenze europee, statunitensi e africane, tra trasporto ritmico e concezioni più intellettuali.
Elusive Beauty è la fotografia fissata da sette composizioni, allo stesso tempo, strutturate e aperte. Sette composizioni in cui l’essenzialità del duo – e, di conseguenza, gli spazi causati dall’assenza di altri strumenti – offrono ampi margini di libertà, utili per operare, per riflettere e per costruire un percorso musicale ed espressivo che vuole sfuggire dai dogmi e dai limiti dei generi. Un percorso svincolato dalle classificazioni che però non ignora codici e suggestioni preesistenti – come quelle provenienti, ad esempio, dal latin jazz o dal romanticismo classico – e le rielabora in direzioni meno battute. Il pianista intitola le note di copertina, con una certa enfasi, “The Birth of the Fourth Stream” e sottolinea così l’intenzione decisa e convinta del progetto messo in atto attraverso il disco. Un progetto che riesce a spogliarsi delle pastoie più cerebrali proprio grazie all’attenzione rivolta alla melodia e al ritmo: la prima asseconda la dimensione elusiva evocata dal titolo del disco; le escursioni ritmiche danno, al contrario, un senso più concreto e materiale al flusso musicale e vanno a rappresentare lo sbocco per il dialogo tra Schunke e Pinera e per gli aspetti maggiormente legati all’improvvisazione. I tre brani in cui la formazione diventa quintetto – con la presenza di Benjamin Weidenkamp ai clarinetti, Yodfat Miron alla viola e Boram Lie al violoncello – rimandano in maniera più diretta alle atmosfere della musica contemporanea: la sfida che si pone il pianista, in questo caso, è quella di far convivere l’improvvisazione – e, in particolare, l’improvvisazione nelle sue declinazioni collettive – con gli stilemi delle esplorazioni musicali colte del ventunesimo secolo.
La confluenza tra mondi musicali differenti e distanti è una delle chiavi musicali della nostra contemporaneità: Schunke e Pinera si inseriscono in questo filone ampio e sfaccettato con un lavoro sincero e senz’altro coerente con le sue intenzioni di partenza.
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