Rymden – Space Sailors

Rymden - Space Sailors

Jazzland Recordings – 2020



Bugge Wesseltoft: pianoforte, Fender Rhodes, moog, celesta

Dan Berglund: contrabbasso

Magnus Ostrom: batteria, percussioni, voce





Bugge Wesseltoft, Dan Berglund e Magnus Ostrom sono senz’altro tre musicisti imprescindibili per la storia musicale del jazz europeo degli ultimi trent’anni. Il loro incontro musicale è il trio Rymden, un piano trio aperto a suggestioni differenti, una formazione condotta con curiosità e spirito estroverso, utilizzando da una parte le esigenze espressive del format e, dall’altra, cercando nuove strade all’interno delle sue “regole”. Space sailors è il secondo lavoro che realizzano insieme, dopo Reflections and Odysseys del 2019.


In Space Sailors, i tre musicisti spingono ancora più avanti la loro ricerca e disegnano in maniera più netta la voce espressiva di Rymden: le dinamiche, le scelte ritmiche, i suoni e le atmosfere che incontriamo nei dodici brani del nuovo disco sono il frutto del lavoro portato avanti come trio e sono meno immediatamente riconducibili alle varie esperienze che i tre musicisti hanno affrontato in passato. Manipolazioni elettroniche del suono, richiami al rock e al progressive, enfasi e trasporto sono le chiavi più evidenti all’interno del percorso di un disco che esplora in ogni direzione le possibilità musicali della scena odierna. Wesseltoft, Berglund e Ostrom utilizzano anche le suggestioni già incontrate nelle loro precedenti esperienze per trovare altri significati e connettersi con i passi già percorsi nelle loro carriere.


Rymden esplora quindi una visione musicale sempre propositiva: il trio la propone negli azzardi ben calcolati, nelle soluzioni esotiche e nelle combinazioni sempre efficaci tra elementi diversi. Le coordinate espressive tipiche della scena jazz nord europea si vanno a mescolare con i Led Zeppelin, con i Genesis o con i Radiohead, le derive più psichedeliche e con il blues innervano innervano il lirismo più sereno ed intimo, le tradizioni popolari scandinave si intrecciano melodie di stampo pop. Senza dimenticare la vena ironica sottolineata da alcuni accostamenti musicali stranianti e trasversali e dai titoli dei brani.


Wesseltoft, Berglund e Ostrom realizzano un lavoro trascinante sia dal punto di vista ritmico che per quanto riguarda alcune aperture emotive – come ad esempio nel finale di My life in a mirror – suscitate dai particolari incastri timbrici, dall’utilizzo della voce da parte del batterista, dalle sospensioni e dalla particolare abilità nello sfruttare le ripetizioni ipnotiche e le spigolature inattese presenti nelle composizioni. Space Sailors è un lavoro naturalmente coerente per quanto riguarda l’impianto, sia con il primo capitolo di questa loro comune avventura sia con la storia musicale dei suoi tre protagonisti: abbiamo imparato a conoscere la solidità espressiva, l’austerità, il carisma, la capacità di gestire gli slanci emotivi, il virtuosismo e, in generale, lo spessore di Wesseltoft, Berglund e Ostrom, qualità che ritroviamo in Rymden e che si animano di accenti ulteriori grazie alle nuove combinazioni che scaturiscono da questo incontro in trio.


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