Abeat Records – ABJZ216 – 2020
Alberto Amato: contrabbasso
Elio Amato: pianoforte
Loris Amato: batteria
L’Amato Jazz Trio è un gruppo della provincia di Siracusa, che vanta una lunga storia, iniziata alla fine degli anni settanta e che prosegue fino ad oggi con un cambio nell’organico, in itinere, determinato dalla tragica fine di uno dei tre fondatori, il batterista Sergio avvenuta nel 2003. Il suo posto è stato preso dal più giovane dei fratelli, Loris. Il disco è formato da 12 brani originali, in maggioranza composti da Elio Amato che, oltre al pianoforte, suona abitualmente anche trombone e flicorno soprano. In questo cd il maggiore degli Amato, però, si dedica esclusivamente agli 88 tasti. Completano l’album un pezzo di Count Basie e uno di Ornette Coleman, tanto per non scontentare i tradizionalisti né i modernisti…
La musica del cd ha un’impronta ritmica piuttosto sostenuta. Si viaggia su ritmi funkeggianti o ci si appoggia su uno swing ben temperato. Il pianista mostra un fraseggio spigoloso e avvolgente, atto a costruire scenari ricchi di elementi espliciti o da esplicitare in compagnia dei partners. Alberto Amato prende la scena con il timbro secco del suo contrabbasso e con un solismo sobrio e lineare che va ad alternare gli interventi del pianoforte. Loris Amato è efficace ma un po’ invasivo con il suo drummin’. A volte, infatti, il batterista arriva quasi a coprire quanto elaborano i due partners, ergendosi a protagonista anche quando il suo ruolo non lo richiederebbe.
Fra le tracce originali migliori si possono annoverare Claps, condotta su ritmi feroci, dove tutti e tre gareggiano per non perdere contatto e Piece, con un andamento dinoccolato, vagamente monkiano. Fra gli omaggi ad altri autori si da preferire il basiano Things ain’t what they used to be per la souplesse e la carica interna, tenuta sotto controllo, con cui viene eseguita,
Con “I love Makkisa”, i fratelli Amato confermano di essere una delle formazioni più rappresentative della Sicilia, grazie alla capacità di esibire un jazz moderno, pieno di energia e di sentimento, corroborato da una grossa intesa, un interplay affinato nella lunga carriera svolta insieme, fra i tre strumentisti-compositori.
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