Elsa Martin & Stefano Battaglia – Al Centro Delle Cose

Elsa Martin & Stefano Battaglia - Al Centro Delle Cose

Artesuono – 2020




Elsa Martin: voce, live electronics

Stefano Battaglia: pianoforte, percussioni





Stefano Battaglia ed Elsa Martin, ad un anno di distanza dall’uscita di “Sfueài”, tornano con un altro disco di jazz & poetry, questa volta monografico, dedicato all’opera di Pierluigi Cappello, uno dei maggiori poeti friulani dell’epoca contemporanea. Francesca Archibugi nel 2013 ha omaggiato Cappello in un docu-film, “Parole povere”, in cui viene tratteggiata la figura di questo autore, segnato pesantemente da un incidente di moto all’età di sedici anni, costretto su una sedia a rotelle da quel momento in poi e morto di cancro a soli cinquant’anni, che ha dedicato la vita intera alla creazione letteraria. Come si legge nelle pregnanti note di copertina di Angelo Fioramo, inoltre, «Cappello ha interpretato in maniera moderna e assolutamente inedita lo spirito profondo, ancestrale, arcaico, delle genti che nei secoli sono diventate il paesaggio stesso entro i cui confini hanno radicato la loro esistenza».


Battaglia e Martin (a cui si devono le musiche dell’incisione) hanno lavorato sui testi per deconcettualizzarli, in una certa maniera, privilegiando il suono dei versi rispetto al loro significato. La voce della Martin, infatti, dispiega le parole, le mette in fila seguendo una metrica piuttosto libera, poi ci scava dentro, le seziona e le ricompatta. Successivamente la cantante aggiunge modulazioni corrugate, prive di parole, ondeggiando sulle dinamiche e aiutandosi, a volte, con l’elettronica per raddoppiare gli effetti, per caratterizzare un dettaglio o per decorare uno sfondo. Il flusso sonoro così congegnato acquista, però, un senso e va a comunicare, in una sorta di osmosi semantica, un messaggio, un’impressione viva, non tanto nei singoli particolari quanto nella globalità di quanto rappresentato. Stefano Battaglia, da parte sua, utilizza il pianoforte spesso in modo percussivo, oppure si produce, in altri frangenti, in lunghe e articolate sequenze dove si ripetono ciclicamente delle frasi, dei blocchi di accordi, in risposta agli impulsi ricevuti dal canto. Il pianista costruisce, ancora, ispirate figure di stile classico-romantico, attraversate da un sentimento dolente nel fondo, facendo riverberare le note per dare un’eco profonda alle incantate evoluzioni espressive della voce. È piuttosto toccante, infine, l’inserimento della recitazione di Cappello in due brani. Sono interventi brevi, ma parecchio illuminanti.


L’album dura più di settantasette minuti. I due musicisti si sono, cioè, presi il giusto tempo per svolgere il loro progetto, traslando il modello della civiltà contadina (anche del Friuli), non ossessionata dai miti del rendimento, della funzionalità, del ricavo. Il cd, in effetti, scorre coerente e “leggero”, malgrado la durata, consegnandoci una prova di grande fascino e di vero spessore ad opera di una giovane cantante sempre più brava e di un pianista attentissimo a cogliere le occasioni per realizzare progetti di valore artistico, non necessariamente in compagnia di nomi già molto affermati.




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