Edition Records – EDN1168 – 2020
Chris Potter: sax tenore, sax soprano, clarinetto, clarinetto basso, flauto, flauto contralto, pianoforte, tastiere, chitarra elettrica, chitarra acustica, basso elettrico, batteria, percussioni, samples
Una prova eclettica, condotta in solo ma con una precisa visione orchestrale e, soprattutto, con l’intenzione di attraversare con libertà i confini tra i generi musicali. Una prova che, in realtà, per avere una pietra di paragone più adeguata al lavoro messo in pratica da Chris Potter nelle dieci tracce di “There is a tide”, potrebbe essere avvicinata alle interpretazioni multiformi di Peter Sellers in film come “Il Dottor Stranamore” di Stanley Kubrick.
Come è naturale in un lavoro simile, è la sintesi tra i tantissimi linguaggi evocati nel disco a dare la misura dell’operazione condotta da Chris Potter. Un percorso musicale estremamente ampio, ricco di riferimenti provenienti da ogni dove – dal jazz elettrico, dal rock, dal pop e dal progressive – un percorso che torna indietro alle radici del jazz e si affaccia poi in maniera solida e matura alle derive musicali più attuali. Un vero e proprio mosaico in cui possiamo ritrovare echi delle creazioni di Miles Davis, Frank Zappa o Jaco Pastorius, senza dimenticare i Beatles, le colonne sonore, certe atmosfere caraibiche, accenti pastorali o suggestioni classiche. Ma, come si diceva poco sopra, è la sintesi ottenuta da Potter a rendere consistente il percorso tracciato nel disco: la musica viene diretta con regia attenta e misurata, i cambi di scena vengono gestiti con precisione e i differenti approcci tornano utili nell’interpretazione delle singole parti.
In tutti i passaggi della lavorazione di “There is a tide”, Chris Potter riesce a mettere a fuoco il senso dei brani con una coerenza naturale, suonando i vari interventi con una visione d’insieme, va da sé, estrema ed intima. Una aderenza talmente stretta al materiale da metterlo in grado di dare ogni volta un nuovo impulso alle potenzialità emotive e narrative della musica, rilanciando il senso dell’operazione, di volta in volta, come compositore, arrangiatore, direttore, esecutore e, infine, assemblatore del tutto.
Un’operazione articolata, quindi, per raccontare il periodo storico che stiamo vivendo. Secondo quanto riporta il sassofonista nelle note che accompagnano il disco, “There is a tide” rappresenta la sua reazione musicale alle situazioni inedite, impreviste e impreveidilbii che stanno accadendo in questi mesi nel mondo. Situazioni che scatenano frizioni, violenze, senso di smarrimento, isolamento, paura per il futuro. Il movimento Black Lives Matter e la pandemia sono senz’altro i punti di partenza per il ragionamento innescato da Potter attraverso i brani. I had a dream, il titolo del brano di apertura del disco, è un chiaro ed esplicito riferimento agli avvenimenti legati alla questione razziale, i richiami alla natura presenti nei titoli e nelle atmosfere di brani come Mother of Waters, Beneath the Waves oppure As the Moon Ascends portano lo sguardo ai cambiamenti climatici e ai danni all’ambiente causati dall’uomo.
Una racconto che passa per riferimenti extramusicali – il titolo del disco deriva da una frase del Giulio Cesare di Shakespeare, ad esempio – e per i richiami al ritmo della natura, dallo scorrere delle acque al ciclo delle maree e ai movimenti dei corpi celesti. Una riflessione che si affida, infine, proprio alla forza e alla capacità rigeneratice della Natura con il titolo – allo stesso tempo amaro e positivo – del brano con cui si chiude il disco, New Life in the wake of Devastation, far scaturire nuova vita, cioè, sui resti lasciati dalle devastazioni che si abbattono sul pianeta.
Tutte le trame compresenti in “There is a tide” si svolgono in maniera fluida, scorrevole, compatta: gli incroci tra generi linguaggi e riferimenti e le tematiche affrontate si combinano con assoluta efficacia, il lavoro compiuto per “costruire” l’organico rimane nascosto all’ascoltatore mentre Potter espone e sviluppa la sua rigogliosa e sempre incisiva sintesi di suggestioni musicali.
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