Rino Arbore – Temporary Life?

Rino Arbore - Temporary Life?

Dodicilune Dischi – ED508 – 2021



Rino Arbore: chitarra

Giorgio Distante: tromba

Mike Rubini: sax alto

Giorgio Vendola: contrabbasso

Pippo D’Ambrosio: batteria





“Temporary Life?” è il lavoro pubblicato da Rino Arbore poche settimane prima della sua scomparsa. Le dieci tracce firmate dal chitarrista presenti nel disco costituiscono una riflessione su alcune questioni etiche fondamentali, questioni relative al dolore e alla resistenza dell’essere umano al male, alla capacità di provare empatia verso le sofferenze degli altri e, al contrario, all’indifferenza e alla crudeltà. Lo spunto di partenza è rappresentato da due vicende personali legate alla storia della Shoah, due vicende singole e puntuali, intrecciate alla trama del racconto generale, utili per dare concretezza e umanità al ragionamento condotto attraverso la musica.


Le riflessioni del chitarrista prendono infatti le mosse dalle storie di Czeslawa Koka, una ragazza morta ad Auschwitz nel 1943, a 14 anni, dopo tre mesi di prigionia, e di Wilhelm Brasse, prigioniero polacco di origine austriaca, catturato dopo l’invasione della Polonia e deportato ad Auschwitz per essersi rifiutato di aderire alla causa nazista. Per le sue esperienze come fotografo, gli venne ordinato di scattare le foto segnaletiche dei detenuti nel campo. Da una parte, quindi, le atrocità subite da Czeslawa Koka, vittima innocente dei suoi carnefici, e da tutti i suoi compagni di prigionia. Dall’altra, la possibilità di testimoniare quel dolore e di conservare in un’immagine l’umanità di quanti venivano costretti in condizioni assolutamente disumane. Dopo la liberazione, Brasse ha continuato tenere viva la memoria dell’orrore che aveva visto e vissuto in prima persona, raccontando la sua storia nelle scuole e accompagnando i ragazzi nelle visite ai lager nazisti.


Due storie particolari, quindi, due vicende vissute dal punto di vista di una vittima e di un uomo testimone suo malgrado delle atrocità dei nazisti, due vicende che rivelano come il fattore umano sia sempre presente dentro la Storia, dentro ogni azione, anche la più crudele ed efferata, compiuta dagli uomini. Vicende attraverso le quali Rino Arbore ha raccontato la vicenda drammatica dei campi di concentramento nazisti e si è interrogato sulle diverse maniere di reagire ad un orrore spropositato come quello innescato dalla Shoah


Il percorso tracciato da Rino Arbore si è sviluppato secondo una serie di scelte ben precise. Innanzitutto ha messo insieme un quintetto formato da musicisti eclettici e curiosi, capaci di portare nel proprio bagaglio espressivo svariate esperienze, interessi diversi e un vocabolario di suoni ampio e variegato. Cinque musicisti poi appartenenti alla stessa scena, quella pugliese, e che si sono spesso trovati a collaborare tra loro sia nel contesto del piccolo combo che in organici più ampi, sia in progetti maggiormente rivolta alla ricerca musicale che in situazioni più tradizionali.


Il chitarrista ha portato così nella formazione confidenza reciproca e punti di vista differenti, una combinazione utile per interpretare brani spigolosi e articolati, brani caratterizzati dall’alternanza di momenti liberi e passaggi serrati, da una scrittura moderna che guarda alle derive più contemporanee del jazz, senza però sganciarsi del tutto dai riferimenti ai grandi maestri del passato. Riferimenti interpretati, poi, secondo modalità peculiari dai cinque musicisti, aggiungendo così ulteriori sfaccettature al disco. La scrittura di Arbore intreccia melodie inquiete e nervose, impasti timbrici che aggiungono ulteriore senso, narrativo e drammatico, alle riflessioni presenti nelle composizioni del chitarrista.



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