ENJA Records – 2021
Luciano Biondini: fisarmonica
Stefano Maurizi: pianoforte
Mirco Mariottini: clarinetto soprano, clarinetto basso
Debutta un nuovo trio per questo cd pubblicato dall’etichetta discografica tedesca Enja. Ne fanno parte Mirco Mariottini, noto per le sue collaborazioni con Stefano Battaglia, Glenn Ferris e altri grossi nomi, riconosciuto come un clarinettista italiano di livello internazionale. Alla fisarmonica figura Luciano Biondini, anche lui provvisto di un curriculum lusinghiero, compagno di viaggio di Javier Girotto, Tony Scott…e quotato specialista del mantice. Al pianoforte siede Stefano Maurizi, musicista aperto al jazz, alla classica e alle colonne sonore dei film. I tre parlano un linguaggio comune, dove l’attenzione al dettaglio, alla sfumatura, è altrettanto importante della sostanza del discorso. Il repertorio scelto è in parte originale, con tre brani di Maurizi e uno di Mariottini, oltre ad omaggi a Rabih Abou-Kahlil, Paul Motian, Charlie Haden e un prestito dal patrimonio folkloristico della Macedonia. La proposta ha un’impronta etnica, in diversi capitoli, con rimandi al tipo di sonorità dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dal Medio Oriente alla penisola Balcanica. In tutto l’album si ascolta, comunque, un jazz “beneducato”, mai sopra le righe, che si sviluppa soprattutto nei dialoghi fra fisarmonica e clarinetto, intenti a scavare dentro ai temi alla ricerca di qualche particolare da espandere e valorizzare, in uno scambio fecondo di stimoli, fra unisoni, contrappunti e alternanza di assoli, all’interno di sequenze organizzate ad arte. I due mettono in mostra un suono del tutto congruente, ora intimo, ora appassionato, ogni volta avvolgente. Il clarinetto sembra il prolungamento della fisarmonica e viceversa, insomma. Stefano Maurizi, da parte sua, rinforza il clima dell’incisione, apportando un contributo decisivo nello scolpire i temi, nell’accompagnare le melodie dispiegate dai partners, aggiungendo distillate fragranze armoniche all’insieme, già speziato di suo.
Fra gli otto brani si fa preferire Tribal dance per l’aspetto danzante, il ritmo indiavolato e i passaggi perfettamente concordanti fra i tre strumenti, anche nel breve tratto condotto su un tempo moderato.
“Dialogues”, a conti fatti, è un album che si evolve nel confronto fra tre personalità con molti punti di condivisione nel tipo di approccio e di trattamento del materiale musicale selezionato. Biondini, Maurizi e Mariottini, in conclusione, sono portatori sani di un jazz contaminato con le arie del mondo, che conserva una sua specificità e un suo pregio in virtù della multiforme sagacia del trio.
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