nusica.org – nusica20 – 2021
Manuel Caliumi: sax alto
Giulio Gentile: pianoforte, Fender Rhodes
David Paulis: contrabbasso
Luca Di Battista: batteria
L’etichetta veneta nusica.org ha appena raggiunto un ambizioso, quanto meritato, traguardo: 20 uscite discografiche in 10 anni di attività.
Se nell’attuale società, che tutto fagocita e consuma a gran velocita, venti uscite paiono poche, il dato di rilievo qui è la tenuta nel tempo dell’associazione; organizzazione, di niccha in una nicchia, che vede la produzione discografica come uno dei possibili strumenti «per la documentazione e la diffusione delle nuove tendenze della musica jazz e di ricerca». Plauso a Nicola Fazzini e Alessandro Fedrigo, fondatori e organizzatori delle attività di nusica.org (e del quartetto XY) per la scelta associativa non allineata e per l’impegno, costante e ad ampio spettro.
L’incisione in oggetto, in catalogo si trova già il numero 21, pare congruente con l’idea di musica proposta da nusica.org: qui troviamo solo brani originali, un attento equilibrio tra composizione e improvvisazione, una grande attenzione ai dettagli e alle sfumature che originano una musica raffinata, piana, on urlata e forse di ascolto non immediato.
Musica, compositivamente e timbricamente, aggiornata e molto attenta a quello che succede oltreoceano, non potrebbe essere diversamente perchè la formazione nasce sotto i migliori auspici al Columbia College Jazz Department di Chicago dove si incontrano il sassofonista Manuel Caliumi e il batterista Luca Di Battista, entrambi lì come borsisti. David Binney, Antonio Sanchez, Donny McCaslin alcuni nomi cui riferirsi (del primo Caliumi è stato allievo), ma anche il Gary Burton del quartetto con il contralto di Jim Odgren (Picture This, 1982, ECM). Le composizioni, sono equamente divise tra Caliumi e Gentile (tre brani ciascuno) ma, perlomeno per le orecchie di chi scrive, il brano più gustoso, divertente e divertito è Shipping Cattle a firma di David Paulis. Qui un più sostenuto ed esplicito impulso ritmico, un mood più solare e una composizione semplice giovano decisamente al gruppo, anche l’uso del Fender migliora il timbro d’insieme. Gli altri brani, indubbiamente più complessi, ricchi di sfumature e cambi d’atmosfera, paiono soffrire di un eccesso di controllo della materia sonora. L’augurio e che i quattro giovani, talentuosi musicisti qui riuniti possano consolidare la conoscenza reciproca e sviluppare i propri talenti portando sui palchi, non solo nostrani, la loro musica.
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