Stradivarius – 2021
Virginia Sutera: violino
Alberto Braida: pianoforte
“Anser” è il nome di una stella binaria, composta, cioè, da due unità ed è anche il titolo dell’ultimo disco della coppia formata da Alberto Braida e Virginia Sutera. Il più conosciuto dei due è certamente il pianista lombardo, avvezzo a frequentare le compagnie d’avanguardia, non solo italiane, dal suo ingresso nel mondo del jazz. La violinista, se così si può dire, tiene il piede in due scarpe. È aperta verso la libera improvvisazione, infatti, senza distinzione di campo o di stile. Ha collaborato sovente con musicisti di area contemporanea, ma pure con alcuni importanti nomi del panorama jazzistico internazionale.
Nell’album il duo si muove su atmosfere cameristiche, solcate da una vena tardo-romantica, con qualche accento folk debitamente intellettualizzato. Di blue notes non si riscontrano presenze nei dodici brani. Il dialogo si effettua, poi, su quattro pezzi improvvisati e su otto composizioni dove, però, si parte da un’idea motivica anche piuttosto stringata per farla crescere, evolvere sotto la spinta di uno scambio contrappuntistico piuttosto insistito. Pure nei capitoli attribuiti ad entrambi i protagonisti dell’opera, insomma, ha peso e spazio l’invenzione estemporanea. Non ci si aspettino, ancora, deviazioni, incursioni subitanee nell’informale o l’utilizzo di tecniche eterodosse sul violino o sul pianoforte. Non si registrano, infatti, le strapazzate insidiose dell’arco sulle corde o il rovistare delle dita sulla cordiera, per i rispettivi strumenti, come la personalità di ricercatori disinibiti, dei due partners, avrebbe potuto far supporre. Tutto scorre sorretto da un’idea precisa su climi abbastanza simili, fra un segmento e l’altro. Proprio questa uniformità, questo monocromatismo di fondo, costituiscono un po’ il limite del cd, per il resto apprezzabile per il rigore, la coerenza, con cui vengono sviluppate le intuizioni reciproche. L’intesa fra Braida e la Sutera si rivela, indubbiamente, come l’autentico punto di forza dell’intera operazione.
Fra le dodici tracce si fa particolarmente raccomandare Ambra, dove, dopo un’intro morbida e romantica, la Sutera fa il diavolo a quattro, sempre rimanendo legata ad un certo mood di riferimento, srotolando miriadi di note, tallonata dal piano, fino ad una ripresa del tema in prossimità della pacificazione finale.
“Anser” ,in conclusione, è un disco di improvvisazione, non apparentabile ad un genere specifico, inciso da due artisti a cui piace trovare sempre nuovi stimoli per proporre una musica derivante da un progetto definito, mai scontata o ripetitiva.
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