James Brandon Lewis Quartet – Code of Being

James Brandon Lewis Quartet - Code of Being

Intakt Records – Intakt CD 371 – 2021




James Brandon Lewis: sassofono tenore

Aruán Ortiz: pianoforte

Brad Jones: contrabbasso

Chad Taylor: batteria





James Brandon Lewis è sicuramente una delle figure più interessanti del jazz contemporaneo degli ultimi anni. Il 2021 è stato un anno da ricordare visto che che il sassofonista di Buffalo è stato estremante prolifico con l’uscita dello splendido Jesup Wagon e a seguire Code of Being, per la sempre attenta etichetta svizzera Intakt Records.


Lewis ha la indubbia e sbalorditiva capacità di tenere i piedi ben saldamente ancorati nel presente ma lo spirito guarda al jazz degli anni ’60. Già nella traccia di apertura, Resonance, la naturale propensione alla melodia è manifesta: il timbro del sassofono è pieno, corposo e strutturato di una complessità non comune. Alla fine dell’esposizione parte l’assolo concitato, febbrile che sviluppa il suo discorso usando brevi e fulminei interventi, frasi corte e dotate di ampia forza. Ortiz lo accompagna in maniera egregia con sapienti interventi armonici offrendo un colore inedito al brano.


Taylor sbriciola costantemente il ritmo inventando poliritmi incredibili, spostando gli accenti e sviluppando un’energia quasi incontenibile (Code of Being, Archimedean, Tessera).


Le atmosfere di Archimedean sono pungenti e malinconiche il fraseggio fulmineo e coinvolgente si amalgama con una batteria spumeggiante e concitata.


Per 4 si caratterizza per l’ostinato giro di piano utile a Lewis per veicolare frasi velocissime sul registro medio.


Code of Being come Resonance mantiene in equilibrio melodia e libertà armonica con notevole intelligenza compositiva, qui l’omaggio a Coltrane è decisamente manifesto.


Where is Hella, nella prima parte, esplora il territori di confine tra avant garde e post bop, con Jones che da ottima prova dell’uso dell’archetto, in cui scrittura e libera l’improvvisazione si intrecciano. L’assolo di Ortiz è affascinante soprattutto nella capacità di armonizzare della mano sinistra.


Un quartetto in stato di grazia che suona coeso e vibrante, certamente uno dei migliori album del 2021.




Segui Nicola Barin su Twitter: @ImpulseJazz