Flying Sparks – 2022
Fabrizio Bosso: tromba, electronics
Julian Oliver Mazzariello: pianoforte, fender rhodes
Jacopo Ferrazza: contrabbasso, basso elettrico
Nicola Angelucci: batteria
Nico Gori: clarinetto, sax tenore
Il dixie di I Wish apre le danze di questo ultimo e appassionato disco di Fabrizio Bosso. A colpi di batteria si fa strada l’amore verso uno dei più grandi artisti della musica internazionale. Stevie Wonder, propulsore di gioia e amore, viene ripreso da Bosso in chiave jazz e suonato utilizzando le più diverse sfaccettature sonore afroamericane. Parte dei brani riarrangiati provengono dal quel gioiello wonderiano che è “Songs In The Key Of Life”. Il trombettista è perfetto nel mediare gli spunti vocali e le tensioni armoniche della musica di Wonder, restituendo all’ascoltatore quella pacifica e giocosa bellezza che emana la figura dell’artista americano. La ballad Moon Blue ne è un esempio con Mazzariello superbo al fender che ne colora l’atmosfera e il mood. My Cherie Amour ci riporta ancora più al di dentro dello spettro affettivo ed espressivo di Wonder, ricalcato dal dialogo swingante, tirato e gioioso tra Nico Gori al clarinetto e Fabrizio Bosso alla tromba. Con Another Star si cambia registro, la coralità originaria del brano qui viene rivista e ripartita tra pianoforte sax e tromba attraverso una visione modale di notevole efficacia. Senza dimenticare l’apporto fondamentale e creativo di una sezione ritmica di primo livello tenuta in piedi con forza e swing da Jacopo Ferrazza e Nicola Angelucci. We Wonder è l’unico brano originale del disco. A metà strada tra un’apologetica narrazione passionale e una ballad, il pezzo è uno spaccato di mainstream raffinato e tecnicamente perfetto. Con l’avvento di Visions e la tromba sordinata di Bosso si piomba in piena atmosfera blues. Il trombettista, a suo agio con questi umori, ne cesella una versione alternativa trascinante e superba. Il canto elettrico del basso di Ferrazza introduce il tema di Overjoyed, ripreso dalla tromba di Bosso e pastellato dal fender di Mazzariello. Il disco, in perfetto equilibrio tra partiture originali e inventive autoctone, scivola via con l’affermato Sir Duke e il rinvigorito e rinverdito block buster Isn’t She Lovely. Chiusura superba per un disco di sopraffina bellezza.
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