Geoff Warren: flauto
Raffaele Pallozzi: Fender Rhodes
Marco Di Marzio: basso elettrico
Bruno Marcozzi: batteria
Wide Sound – WD216 – 2022
Una dichiarazione d’intenti diretta nella sua formulazione, molto più articolata nella sua realizzazione pratica. Intanto, ai temi firmati dal flautista si aggiungono un brano di Mike Ratledge presente nel sesto album dei Soft Machine – Gesolreut – e uno degli Allman Brothers – In Memory of Elizabeth Reed. Infine, The Lonely Cool, il brano composto ormai quarant’anni fa da Warren che apre e da il titolo al disco, mutua il suo titolo da un verso di Bruce Springsteen. In questo modo, Warren dialoga con alcuni dei suoi riferimenti e segue alcuni fili tra quelli che ne hanno condotto le scelte musicali: l’importanza, per la sua formazione e per lo sviluppo della sua carriera, della scena di Canterbury e il confronto con Herbie Mann, a sua volta autore di una rilettura del pezzo degli Allman Brothers, e con i vari maestri del flauto jazz. Naturalmente, poi, altri riferimenti emergono dalle tracce originali: la scena delle avanguardie storiche, Ornette Coleman e l’epopea del rock progressive ma anche, in maniera più traslata ed indiretta, le suggestioni prodotte dalle atmosfere e dai paesaggi del Kent e dell’Abruzzo interno.
La ripresa di un repertorio costruito in un periodo molto ampio e con intenzioni, di volta in volta, specifiche viene reso coerente da una formazione ormai stabile da tempo, come si diceva sopra: una formazione agile, capace di sfruttare in modo funzionale l’interplay maturato negli anni, attenta nel gestire i suoni elettrici, calibrano con delicatezza ed equilibrio le diverse atmosfere. Geoff Warren raccoglie gli spunti presenti in questo materiale e li ripercorre con una nuova visione, matura e determinata, dove trovano posto le esperienze musicali, la coesione raggiunta con il quartetto e la voglia di trovare nelle pieghe dei vari brani altre sfumature espressive. Una ricerca che si anima poi in modo significativo grazie ai duetti improvvisati che si alternano nella scaletta del disco alle composizioni di Warren e che evidenziano, in qualche modo, i punti intorno ai quali i quattro musicisti hanno fatto crescere e maturare la confidenza reciproca.
The Lonely Cool è così il risultato di un lavorìo di arrangiamento e di riscrittura, pensato per portare altre prospettive all’interno di processi creativi già esplorati in passato e per consolidare ulteriormente, allo stesso tempo, la voce di un quartetto stabile e composto da musicisti esperti e capaci di trovare soluzioni efficaci nelle tante direzioni attraversate dal repertorio proposto da Geoff Warren.Segui Jazz Convention su Twitter: @jazzconvention