Fabio Delvò & The Fellows – The Crocodile Embalsers

Fabio Delvò & The Fellows - The Crocodile Embalsers

Fabio Delvò: composizione, sax alto, sax soprano
Giancarlo Tossani: pianoforte
Stefano Dallaporta: contrabbasso
Andrea Grillini: batteria

Autoproduzione – 2023

 

 

Fabio Delvò continua imperterrito e coraggiosamente sulla strada della autoproduzione, pubblicando quest’ultimo disco con un quartetto nuovo di zecca. D’altro canto, è proprio insita nell’indole del personaggio, la necessità di mescolare ogni volta le carte, cercando nell’incontro con altri improvvisatori, stimoli e impulsi inediti, per rendere ogni volta il menù più appetitoso. Sono con lui tre partners di tutto rispetto, quali il pianista Giancarlo Tossani, leader in proprio di alcuni gruppi, tutti direzionati nell’orbita del jazz di ricerca, il bassista Stefano Dallaporta ed il batterista Andrea Grillini, musicisti curiosi e competenti, schierati sulle coordinate stilistiche del bandleader e con esperienze similari e contigue alle spalle. La musica del cd ha colori scuri e un equilibrio precario, volutamente perseguito dal compositore varesino attraverso l’intreccio virtuoso fra quattro tracciati convergenti o divergenti, a seconda delle necessità. I “Fellows” cercano e trovano, infatti, punti di contatto o di apparente distanziamento, all’interno di un percorso privo di certezze e di definizioni assolute. I temi, ombrosi e con un retrogusto dolente, vengono esposti dalla voce del sassofono, a volte all’unisono con il pianoforte, mentre il basso e la batteria svolgono un ruolo autonomo, di accompagnamento inventivo, o di efficace controtempo ritmico, per far traballare il piano su cui poggiano le linee disegnate da sax e tastiera. Non ci devono essere punti fermi, momenti di chiara stabilità, in sintesi, nello svolgimento della proposta del compositore lombardo. Se nei dischi precedenti, soprattutto nei primi, poi, si scorgeva qualche riferimento al sound di Steve Coleman e dei suoi epigoni, in questo cd Delvò guarda più indietro, a Ornette, e più avanti, ai campioni attuali della scena di Chicago, conservando, però un suo tratto personale.

L’incontro con “The Fellows” sembra significare, in fin dei conti, per il sassofonista, un approdo sicuro, dopo anni, pur fruttuosi, di peregrinazioni e di cambiamenti.

“The Crocodile Embalsers”, in conclusione, è un album d’esordio per un quartetto che ha molte frecce nel suo arco e tante idee da sviluppare. Ci si augura chiaramente che ci siano altri capitoli e che la storia di questo gruppo continui a lungo, poiché le premesse sono del tutto convincenti.

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