Andrea Paganetto: tromba
Maurizio Brunod: chitarra, effetti
Marco Bellafiore: contrabbasso
Rodolfo Cervetto: batteria
Francesco Bearzatti: sassofoni, clarinetto
Anais Drago: violino
Orange Home Records – 2023
Liverno, penultimo disco di Andrea Paganetto, ci aveva dato una forte impressione e la misura di un musicista che avrebbe continuato a far parlare di sè. Ianua, suo ultimo lavoro conferma quanto di bello si è detto su di lui e potremmo aggiungere che con questo disco siamo alle soglie della maturità artistica, sia dal punto di vista del suono che da quello compositivo. Si sente che la sua voce sta maturando, gli appartiene così come sono sue le idee che ci mette dentro. Il suo sguardo sul jazz è a 360 gradi così come la sua apertura mentale verso altre musiche. “Ianua” è un disco bello e variegato, ricco di suoni e con ospiti di riguardo come Francesco Bearzatti e Anais Drago che ne valorizzano il profilo. “Ianua” è il vecchio nome di Genova, ed è sinonimo di apertura verso altre culture e mondi che si bagnano nel mediterraneo. Paganetto suona quello che sente, che gli arriva col vento e che porta con sé, non solo odori ma anche suoni, linguaggi, ritmi e colori. Quei colori che hanno movenze sudamericane e caratterizzano l’andamento de La Porta, composizione carica di significati e che apre il disco come un vaso di Pandora. Si sente “El Gato” Barbieri in quel brano, non la sua musica ma l’essenza latina dei suoi racconti rurali. Le storie di Paganetto, diverse tra loro ma accomunate da una importante ricerca e varietà sonora, hanno nomi che tendono all’idioma, e caricano l’immaginazione dell’ascoltatore come in Le forme del mare. C’è poi Abidan, un pezzo di Zorn spostato ad oriente e ricamato dalle note di Anais Drago. La magnifica Teseo di Brunod, con le sue atmosfere nordiche e impressioniste, è abbellita ancor di più dalle incursioni di Bearzatti. E così Ianua va avanti tra sorprese, suoni e storie raccontate e immaginate a cui prestano la loro voce di musicisti navigati marinai del jazz.
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