Paal Nilssen-Love: batteria, percussioni, gongs
Marthe Lea: flauto e sax tenore
Klaus Ellerhusen Holm: clarinetto basso, sax alto, sax baritono
Kristoffer Berre Alberts: sax tenore, sax alto, sax baritono
Richard Koster: tromba
Mats Aleklint: trombone
Per Ake Holmlander: tuba
Ketil Gutvik: chitarra elettrica
Lotte Kruger: arpa
Kalle Moberg: fisarmonica
Tommi Keranen: electronics
Jon Rune Strom: contrabbasso
Christian Meaas Svendsen: contrabbasso
Celio De Carvalho: percussioni
Andreas Wildhagen: batteria, percussioni
PNL Records – 2022
Paal Nilssen-Love è un batterista noto nell’ambito dell’avanguardia europea. È anche il leader di una big band denominata Large Unit. Alla struttura portante della band il batterista ha aggiunto il trombettista tedesco Richard Koster, la tenorista norvegese Marthe Lea e l’arpista Lotte Kruger. La Large Unit è una formazione ben strutturata, con una timbrica particolare e dove la fisarmonica e la chitarra sostituiscono dal punto di vista armonico il pianoforte. I due dischi, New Map e Clusterfuck, sono stati concepiti in un’unica session ma pubblicati separati e contemporaneamente. Entrambi i dischi contengono al loro interno tre composizioni di lunga durata, a forma di suite, originali e firmate dal leader. La musica suonata evidenzia come Nilssen-Love abbia scelto la strada della sperimentazione totale. Le sue composizioni hanno inizialmente una struttura che in seguito subisce delle forti variazioni a causa dell’improvvisazione. New Map risponde a questo caso, con momenti brevi e accennati di classicità jazz subito sopraffatti dai singoli interventi dei musicisti che ne cambiano continuamente la direzione come succede con l’intervento dell’arpa, della tromba, e poi con un’andatura misteriosa, degli altri strumenti a fiato. È una musica di forte fascino, pensata per essere ascoltata più e più volte, perché decifrare i singoli strumenti richiede una certa dedizione temporale e predisposizione tecnica. Questo succede nel secondo pezzo, Circles, in cui la chitarra comincia a costruire spontaneamente delle armonie che vengono riprese dal trombone e dalla tuba. Clusterfuck, si pone in maniera più aggressiva, svincolata da ogni sovrastruttura e basata sulla ricerca del suono individuale che spinge la musica forte ed avanti verso territori inesplorati. Ci sono naturalmente dei momenti di stasi, una sorta di calma apparente che nutre la creatività dei musicisti prima di lanciarsi in una nuova avventura. È quest’ultima, l’avventura, la chiave di volta delle composizioni di Nilssen-Love, la ricerca sfrenata di nuove sonorità al limite dell’udito, da “discepolo” di Cage quale è, ma che siano sempre dialoganti e aperte. Due dischi formidabili che ci fanno capire di come la musica è infinità nelle sue divere e più disparate proposizioni.
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