Cosimo Boni: tromba
Daniele Germani: sax alto
Isaac Wilson: pianoforte
Mats Sandahl: contrabbasso
Jongkuk Kim: batteria, percussioni
Fresh Sound New Talent – 2023
Suona fresco, intrigante e piacevole il disco del trombettista toscano Cosimo Boni ora di stanza a New York. Certo c’è nella sua musica una forte traccia di Davis e Shorter, capisaldi da cui parte e trae ispirazione, soprattutto dal quintetto degli anni sessanta (As If It Were). Ma non bisogna farsi trarre in inganno perché è solo un appiglio formale in quanto ascoltando May Be unable to return ci si rende conto che le idee non mancano, e gli spunti lasciano intravedere strade e soluzioni alternative come avviene in Nice. Nella musica di Boni c’è rigore, leggerezza, coerenza e continuità. Gli assoli sono circoscritti e lineari, mentre ogni brano sembra un capitolo di una storia intera che si viene a raccontare. Dream Giver ne è la dimostrazione di quanto detto. Boni e Daniele Germani al sax dialogano, duettano, ognuno con voce e stile diverso riuscendo a raggiungere insieme il risultato prefissato. Germani ha un eloquio più articolato, imprevedibile, introverso, quasi misterioso, che si differenzia con la linearità, solarità e coerenza espressiva del trombettista. I due sono complementari e aderenti agli scritti che Boni ha ingegnosamente tirato giù sotto forma di composizioni. E nel contesto un ruolo di prestigio lo svolge la sezione ritmica guidata da Isaac Wilson al pianoforte. Infatti il ruolo dei cinque si esplica appieno in Question, un brano fatto di continui rimandi e risposte dei singoli musicisti, con la batteria che crea il giusto clima e il pianoforte misterioso che agita note dietro le quinte sostenuto da un suono di contrabbasso esile e preciso. Wiew of one invece splende di luce propria. Da un senso di circolare unità racchiudendo e assorbendo al suo interno i singoli spunti strumentali. Il brano seguente Dunda, unica composizione non del leader ma di Germani, ha un che di shorteriano che si stempera, durante lo svolgimento del pezzo, nel mare di note originali create dal sassofonista. La personalità di Boni viene fuori nella title track, dove la performance in assolo gli permette di dimostrare capacità tecniche e di gestione temporale che non tutti hanno alla sua età. Questo bel disco internazionale, raffinato, elegante e di ottimo jazz si chiude con la ritualità misterica di Pagan Solemnity.
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