Salgono sul palco del Teatro Salieri Enrico Pieranunzi e il Trio Orchestra con il progetto musicale Blues & Bach: The Music of John Lewis venerdì 23 febbraio alle 20.45.
L’evento vedrà lo stesso Pieranunzi al pianoforte, Luca Bulgarelli al basso, Mauro Beggio alla batteria e l’Orchestra Filarmonica Italiana con la direzione del Maestro Michele Corcella avventurarsi lungo le vie coraggiose della ricerca di John Lewis, il grande musicista che ha avuto il coraggio di mettere in dialogo la grande classica con il jazz, con le loro grammatiche spesso contrapposte fra scrittura e improvvisazione.
Il concerto Blues & Bach parte da un progetto del compositore e arrangiatore Michele Corcella pensato proprio con lo scopo di esaltare la ricchezza del rapporto tra jazz e musica classica europea. E coinvolge Enrico Pieranunzi, che non è solo uno dei più grandi pianisti del nostro jazz ma che, per storia e vocazione, è forse l’unico in grado di rileggere in modo personale l’eredità di John Lewis, compositore e pianista afroamericano, famoso per aver prodotto le opere più belle e importanti di questo genere. Particolarmente celebre è il suo Modern Jazz Quartet.
Tra la metà degli anni Cinquanta e gli anni Settanta, Lewis ha, infatti, risolto problemi musicali impervi, come la creazione di fughe jazz, strutture a sviluppo con improvvisazione, apertura della forma, strutture tonali ispirate al nome Bach e così via, salvaguardando lo swing e un intenso blues feeling, con risultati di eccezionale valore musicale.
Il repertorio del progetto abbraccia l’ampio spettro espressivo delle composizioni di John Lewis, in particolare le pagine ispirate alla cultura rinascimentale e barocca tra Francia e Italia; ci sono la famosa Django, un omaggio a Django Reinhardt, dove il grande chitarrista gitano viene ricordato come un aristocratico della cultura francese, che si apre e chiude con un ritmo tipico del genere funebre; il dolente e dinamico Blues in A Minor, parte di una serie di blues nelle tonalità del nome BACH (Sib, La, Do, Si), estratti di colonne sonore per il cinema che rende omaggio alle città italiane;
infine Three Windows, una fuga tripla ispirata alle luci e ai colori di Venezia, capolavoro che era parte della colonna sonora di un film dimenticato.
Ognuna di queste fughe è preceduta da un preludio scritto appositamente da Corcella. La musica di Lewis si tiene in equilibrio tra due mondi simbolici, quello jazz e quello classico, intrecciati da una fitta rete di gesti e forme che le due tradizioni musicali hanno in comune. Questa inedita fusione fu soprannominata third stream, ovvero musica che fonde la prima corrente (quella classica) con la seconda (il jazz) per ottenerne una terza, la third, appunto.
Ma Michele Corcella è ben consapevole dei limiti e delle potenzialità di queste ibridazioni e ha sempre tenuto presente quanto si scriveva a proposito della third stream: «Non è jazz in forma di fuga. Non è una fuga suonata da jazzisti. Non è un modo per distruggere il jazz o la musica classica; è semplicemente un’altra opzione tra le tante per i musicisti creativi di oggi.»
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