Louis Sclavis: clarinetto, clarinetto basso
Nicola Pisani: direzione, sax soprano
Francesco Caligiuri: sax baritono
Massimo Garritano: chitarra elettrica, chitarra acustica
Piero Gallina: violino
Alberto La Neve: sax tenore
Luigi Paese: tromba, flicorno
Giuseppe Oliveto: trombone
Mario Gallo: tuba
Checco Pallone: tamburi a cornice
Carlo Cimino: contrabbasso
Francesco Montebello: batteria, percussioni
Trio Vocale Aulos
Francesca Donato, Rosa D’Audino, Teresa De Luca: voce
Dodicilune – 2023
Nicola Pisani, oltre ad essere un musicista, è un fine ricercatore e diremmo “filologo” musicale. Egli cerca di ricongiungere, fondere, trovare delle coniugazioni e congiunzioni tra la musica colta, sacra, popolare e il jazz. Alle spalle ha già diversi dischi in cui si pone come un esperto esploratore che circumnaviga gli equatori sonori alla ricerca di una radice comune, o perlomeno, di affinità storiche ripetibili e suscettibili di modernizzazione. In Cantus Firmus, suo ultimo disco, Pisani cerca di accostare i canti gregoriani al jazz dimostrando che tra i due generi c’è una sicura correlazione. Il risultato di questo connubio è un disco di grande suggestione e valore culturale. La musica è florida e splendente, gli interventi dei singoli calibrati e magistrali, le voci perfettamente intrecciate con la narrazione generale. Inoltre infonde un senso di serenità e di fresca modernità. Pisani ha individuato nei canti gregoriani una sorta di cellula modale che la si può ritrovare nel jazz d’avanguardia e nel free. Il filo rosso che attraversa questi due generi è la spiritualità, un moto che trascende il materialismo della quotidianità innalzando il suono a potenza catartica. Il progetto di Pisani è imponente come struttura e ritorno culturale. Con lui suonano musicisti straordinari e un fuoriclasse come Louis Sclavis. Il progetto è destinato a lasciare una traccia importante nell’ambito della musica sperimentale. Nonostante l’austerità del clima esecutivo, il costrutto sonoro contiene una certa vivacità esecutiva dettata da riusciti incroci sonori armonico-ritmici. La musica scorre fluida anche quando il canto s’innalza come guglie gotiche al cielo, Gli arrangiamenti rendono efficaci i passaggi dal sacro al profano, enfatizzano le parti polifoniche, si nutrono di accorgimenti free, e fanno si che la melodia, come uno strumento invisibile, svolga il suo ruolo di istintivo impulso canoro. Registrato ad aprile del 2023 presso il Convento San Francesco di Paola di Spezzano della Sila, Cantus Firmus dimostra come attraverso un’operazione storica audace e studiata si possa arrivare a decifrare la parabola patrimoniale del jazz o meglio la sua universale e eternamente ripetibile genealogia.
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