Donatello D’Attoma: pianoforte
Fulvio Sigurtà: tromba
Giulio Scianatico: contrabbasso
Attila Gyarfas: batteria
Filibusta Records – 2024
Deep Down è il titolo del nuovo disco di Donatello D’Attoma ma vuole anche essere, crediamo, un metodo di ricerca, cioè andare nel profondo delle strutture compositive del jazz e magari scavare cercando delle nuove o inventandole. Qui siamo in territorio contemporaneo, dove la melodia rimane sempre una parte integrante della narrazione strutturandosi all’interno di un linguaggio armonico. Questa però è solo una facciata del progetto tecnico del pianista. L’altra parte si fonda sull’improvvisazione, sulla creazione di un linguaggio originale, per nulla statico e interconnesso con la creatività di ogni singolo musicista (Follow the stars). Il disco è in quartetto con Fulvio Sigurtà alla tromba, che dà voce alle istanze del pianoforte e allo stesso tempo vi aggiunge sue riflessioni, affondi e risalite. La sezione ritmica, forte e telepatica, è tenuta in piedi da Giulio Scianatico al contrabbasso e Attila Gyarfas alla batteria. Le composizioni sono nove, tutte originali e a firma del pianista. Sono brani umbratili, introspettivi e di forte sensibilità. Essi condensano il pensiero di D’Attoma e il mondo in cui vive ed agisce. La scaletta del disco risente di questa alternanza emotiva che si riflette nella struttura stessa dei brani. Less than nothing, il pezzo d’apertura, è una performance improvvisata che esalta l’inventiva dei singoli, mentre il brano seguente, To Shahida, ha una forma ben delineata, melodico, accattivante e dalle sfumature orientaleggianti. Deep Down ondeggia tra i flutti di questi due “umori” compositivi. Da un lato troviamo la certezza di Be the change e del risolutivo Exit West, dall’altro l’instabile bellezza della title track, con uno strabiliante Sigurtà alla tromba, o del minimale It’s you. Una menzione maggiorata in questo bel disco la meritano Blue way lullaby e il già citato Exit west.
Segui Flavio Caprera su X: @flaviocaprera