Andrea Grossi Blend 3 + Jim Black – Axes

Andrea Grossi: contrabbasso, basso elettrico, clarinetto, lahuta
Manuel Caliumi
: sassofono contralto, clarinetto basso.
Michele Bonifati: chitarra elettrica
Jim Black: batteria, percussioni

We insist! – 2024

Andrea Grossi, sicuramente uno dei musicisti più interessanti della nuova generazione, è leader del “Blend 3”, formazione costituita da un nucleo di base comprendente, oltre al contrabbassista, Michele Bonifati alla chitarra e Manuel Caliumi al sassofono contralto. Nel precedente disco del trio, “Songs and poems”, era ospite la voce di Beatrice Arrigoni. In quest’ultimo album, invece, è coinvolto il batterista Jim Black, già partner di Tim Berne, Dave Douglas e di Uri Caine, fra gli altri, oltre che titolare di “Alasnoaxis”, gruppo di riferimento della scena downtown newyorkese. L’inserimento della batteria, giocoforza, modifica parecchio il carattere della proposta. Il Blend 3 cambia pelle o, meglio, il sound complessivo diviene nervoso e accidentato, tutto spigoli e rientranze, e si allontana così dall’orbita cameristico-free, area privilegiata delle altre incisioni, per sintetizzare il passaggio, con un po’ di approssimazione si intende. Il trio suona una musica essenziale, priva di divagazioni e di fronzoli, dove il rock pesante e la psichedelia incontrano il jazz asimmetrico dell’avanguardia afroamericana, senza trascurare qualche intermezzo fra l’elettronico e il rumoristico, per speziare maggiormente “il piatto”.

Manuel Caliumi, principalmente al sax alto, ma pure al clarinetto basso, si esprime tramite un fraseggio frammentato, pieno di angoli e di punte, anti-melodico nella forma, perlomeno.

Michele Bonifati, alla chitarra, costruisce una ragnatela avvolgente di arpeggi, o interviene con un solismo gemellato a quello del sax, ispido e tagliente, con strappate proditorie, salvo riservarsi momenti in cui far prevalere l’aspetto lirico ed edificare un’oasi di riflessione in un insieme, per il resto, piuttosto agitato.

Andrea Grossi suona il contrabbasso da jazzista puro, tralasciando eventuali mire “contemporanee”, mettendosi a servizio dei partners con un pizzicato efficacemente espansivo e un archettato altrettanto inclusivo. Per aggiungere colori ad “Axes”, il band leader, in alcuni brani, utilizza, poi, anche il clarinetto e la lahuta, strumento a corde della tradizione albanese.

Jim Black, prestigioso ospite, allestisce un accompagnamento poliritmico, libero e propositivo, percuotendo il suo strumento con illuminante sapienza jazzistica e sano ardore rockettaro. È lui il perno, l’asse su cui ruota la musica del trio più uno.

“Axes”, in conclusione, è un’altra prova sorprendente di Andrea Grossi, per la formazione messa in campo e perché non assomiglia, se non in minima parte, a quanto registrato e pubblicato da lui in precedenza. Il cd non è fatto, però, per spiazzare o meravigliare. Contiene, infatti, musica solida, felicemente articolata, capace di conquistare ascoltatori sensibili al nuovo che avanza, se questo nuovo è dotato di sostanza ricercata.

 

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