Verona, Teatro Romano – 23.06.24
Foto: Maria Cristina Napolitano (per gentile concessione Ufficio Stampa Eventi Verona)
Ana Carla Maza: violoncello e voce
Norman Peplow: pianoforte, tastiere
Marc Ayza: batteria
Jay Kalo: percussioni
Ana Carla Maza si presenta in splendida forma al Teatro Romano di Verona nell’ambito della rassegna Verona Jazz portando con se il suo nuovo progetto “Caribe” uscito nell’autunno del 2023.
La cantante e violoncellista cubana riunisce con sincera dedizione diversi generi tentando una commistione che sappia tenere in equilibrio le suggestive sonorità latine, la bossa la samba, la salsa, il tango, unendole e la tradizione classica violoncello che ci riporta ai suoi studi classici al Conservatorio di Parigi.
La presenza scenica è indubbia e la capacità di coinvolgere il pubblico non manca a questa artista, capace di veicolare brani a volte complessi con una formula che unisce l’intelligenza musicale con la voglia e l’esuberanza latina nel proporre un accordo tra la tradizione e le sonorità pop e jazz.
Con Bahia la bossa nova prende piede, non Bahia in Brasile ma Bahia a Cuba, come ricorda la violoncellista presentando il brano. Batteria e percussioni viaggiano sullo stesso binario rincorrendosi e dialogando di comune accordo senza risparmiarsi.
Huayno è uno dei pochi brani solo strumentali che unisce sonorità del tango a ritmi caraibici. La musicista cubana esprime al suo meglio le sua tecnica classica muovendosi con destrezza e agilità.
Caribe manifesta la gioia del popolo di Cuba in maniera profonda e con letizia proponendo un ritmo di salsa in chiave cubana, la Maza incita il pubblico ad accompagnare il ritmo del brano e trascina la folla in una continua danza viscerale.
Da brani reggae si passa all’omaggio al grande musicista argentino Astor Piazzola e al Nuevo tango con cui ha saputo offrire una nuova interpretazione del tango tradizionale apportando sonorità e suggestioni jazz e strumenti inediti per l’epoca.
Con il brano Guanabacoa la vivacità istintiva e la rumba si fondono in un connubio unico, il concerto si conclude sulle note di questo brano e del trascinante A Tomar Café in cui il pubblico si alza in piedi danzando e cantando senza più remore: il concerto si trasforma in in una festosità che scorre e pervade l’intera platea.
Una serata godibile e vivace nella mani di un’artista capace che sa usare e miscelare con sapienza sapori e combinazioni della musica tradizionale latina e contemporanea.
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