Riccardo Tesi: organetto
Claudio Carboni: sax soprano, sax alto, flauto
Massimo Tagliata: pianoforte, fisarmonica
Maurizio Geri: chitarre, voce
Nico Gori: clarinetto
Roberto Bartoli: contrabbasso
Gianluca Nanni: batteria, percussioni
Quartetto Alborada
Anton Berovski, Sonia Peana: violino
Nico Ciricugno: viola
Piero Salvatori: violoncello
Ospiti
Tosca: voce in Romagna mia e Cielo Azzurro
Paolo Fresu: tromba in Laguna addormentata
Francesco Savoretti: percussioni in Verdeluna e Laguna addormentata
Fabio Galliani: ocarine in Quadriglia 2 e Valzer di mezzanotte
Egea Records – 2024
La prima edizione di Un ballo liscio vide la luce nel 1995. L’operazione, di importante valore musicale e culturale. era pensata nella direzione di far conosce al di fuori dei contesti strettamente localistici una musica popolare che appartiene al folclore di una regione quale è l’Emilia Romagna, e spingendosi anche fuori da quei confini. Naturalmente si parla di una musica modernizzata nelle sue strutture così da essere fruibile ad un pubblico molto più ampio. Un pò come è successo con la pizzica salentina. Con il secondo volume, di portata e valore superiore rispetto al precedente, di un Ballo Liscio Riccardo Tesi e Claudio Carboni hanno ampliato lo spettro partecipativo con ospiti di prestigio, chiamati a dare il loro contributo filologico e musicale. L’organettista Riccardo Tesi si spende da anni in lungo e in largo nel valorizzare e riprodurre le tante musiche popolari italiane – si pensi ai suoi lavori con il gruppo Banditaliana -. Lo fa non solo come studioso ma anche come musicista colto, curioso, appassionato e voglioso di accrescere il suo patrimonio tecnico e musicale. Le balere, le feste di piazza, le tradizioni di una terra vivace e affascinante e il liscio, assumono in questo disco un valore assoluto, culturalmente rilevante, liberato da qualsiasi definizione spocchiosamente intellettualistica per farsi musica del mondo. Con l’ausilio di Carboni, in veste non solo di sassofonista ma anche di arrangiatore, Tesi allarga ed arricchisce lo spettro sonoro fornendo alla trasposizione musicale colori, immagini, profumi e vitalità. Il risultato è un’operazione di cultura alta che rivaluta e dà cittadinanza a una cultura “altra”. Il disco si apre con una versione moderna e ben riuscita di Romagna Mia cantata da Tosca. La cantante si ripete anche nella splendida Cielo Azzurro. La musica suonata in questo disco è di ineccepibile valore tecnico. I musicisti sono superlativi e sono riusciti a tradurre in musica l’afflato e il profondo significato popolare e sociale delle composizioni. Una performance polifonica, carica di sensazioni e sentimenti. Un esempio lo si potrebbe trarre da Laguna Addormentata, un valzer disegnato dalla tromba etnica di Paolo Fresu. Stupenda è anche la versione di Valzer di mezzanotte e Verdeluna. Un gradino più in alto spetta a Cielo Azzurro e Mazurka Lomax. Al ritmo di una quadriglia si chiude un disco che altro non è se non un documento sonoro di sicuro valore storico e musicale.
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