Mirco Mariottini: clarinetto, clarinetto basso
Alessandro Lanzoni: piano
Guido Zorn: contrabbasso
Paolo Corsi: batteria
Caligola Records – 2024
Mariottini sperimentatore dedito all’avanguardia si è concentrato sulla storia della grande matematica Ipazia che perse la vita per mano di fanatici religiosi impauriti dall’intelligenza di una grande donna di scienze. Il clarinettista ne racconta le gesta in quartetto attraverso un concerto registrato dal vivo. Al pianoforte c’è il notevole Alessandro Lanzoni, alla sezione ritmica un duo efficace e propositivo formato da Guido Zorn e Paolo Corsi. Le vicende di Ipazia si dipanano attraverso sette composizioni firmate da Mariottini. La musica suonata ci riporta a un jazz contemporaneo con evidenti richiami al free e ad un hard bop dai termini aggiornati. Lanzoni al pianoforte recita un ruolo essenziale sia dal punto di vista dialogico che creativo. L’interplay tra i quattro funziona e l’apporto di ogni singolo musicista è essenziale sia dal punto di vista dell’improvvisazione che da quello ritmico, quest’ultimo essenziale nella variazione di tempi e timbri durante le fasi creative. Loop, un prolungato gioco melodico tra astrazione e creazioni armoniche, apre Ipazia. Mariottini e Lanzoni si sfidano sul piano della pura invenzione perseguendo strade diverse ma parallele. Più intimo, vellutato e sussurrato è il mood che pervade Looking for You in the Night, mentre in Serial Point l’atmosfera si fa più cupa, astratta e pensosa. In Ipazia, Lanzoni sembra declamare parola dopo parola, nota dopo nota, una storia che ancora oggi sembra forte e attuale. Il suo è un pianismo che non ammette repliche, secco, determinato e bluesy. Mariottini gli gravita attorno come un secondo canto, un plot di rinforzo, per ribadire e ricordare una storia tremenda e incancellabile. Ipazia è il brano più significativo di questo bel disco, è temprato con la forza del ricordo e l’assolutismo del tempo che fu.
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