Il trio di Marco Di Battista ha incantato il folto pubblico dell’Auditorium del Palazzo Sirena di Francavilla al Mare con un viaggio nella cultura del jazz tra introspezione, contaminazione e radici afroamericane. La settima edizione di “Spunti di vista sul jazz”, il ciclo di lezioni-concerto tenuto dal pianista jazz Marco Di Battista con il suo affiatato trio, è stata ospitata nell’elegante auditorium del Palazzo Sirena della città adriatica e ha confermato il grande fascino che il jazz continua a esercitare su appassionati e neofiti. La sala gremita e l’attenzione viva del pubblico hanno confermato l’interesse e la curiosità per questo genere musicale, spesso percepito come complesso ma anche profondamente espressivo. Nato nel 2008, il format “Spunti di vista sul jazz” ha portato nel corso degli anni la cultura del jazz in diverse regioni italiane, riuscendo a coinvolgere spettatori di tutte le età e a far avvicinare molti alla scoperta del jazz grazie all’impegno didattico e divulgativo di Marco Di Battista. Questa rassegna, infatti, da sempre coniuga alla perfezione il rigore musicale e il gusto per la sperimentazione con un approccio accessibile, capace di rendere comprensibili anche i concetti più tecnici e le influenze più complesse del genere. Il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Abruzzo e dell’associazione nazionale i-Jazz ha dato ulteriore prestigio all’evento, incentivando la sua diffusione e conferendogli lustro nel panorama jazz nazionale. La settima edizione di quest’anno si è articolata in tre incontri che hanno offerto al pubblico l’occasione di addentrarsi in aspetti diversi del jazz, svelandone le caratteristiche meno conosciute ma anche le sue più familiari influenze.
“Il jazz, perché non lo capisco?” è stato il titolo del primo appuntamento tenuto l’8 ottobre 2024. Marco Di Battista ha affrontato uno dei quesiti più comuni tra chi si avvicina al jazz per la prima volta: perché questo genere appare così difficile da comprendere? Con una combinazione di spiegazioni teoriche e performance dal vivo, il pianista ha esplorato l’uso dell’improvvisazione, delle armonie e dei ritmi sincopati, caratteristiche distintive del jazz che spesso disorientano l’ascoltatore inesperto. Attraverso esempi chiari e coinvolgenti, ha illustrato come queste peculiarità, lungi dall’essere ostacoli, rappresentino invece le fondamenta espressive del jazz.
Il 15 ottobre 2024 è stata la volta della seconda lezione dal titolo “Le canzoni pop nel jazz! Possibile?”. In questo caso, Di Battista ha portato il pubblico a scoprire come il jazz sia sempre stato aperto alla contaminazione con altri generi, e come molti standard jazz nascano da reinterpretazioni di brani popolari. Con l’accompagnamento del suo trio, Di Battista ha suonato celebri canzoni pop rivisitate in chiave jazz, mostrando come queste melodie familiari si possano trasformare, arricchendosi di nuove sfumature grazie a improvvisazioni e arrangiamenti ritmici e armonici tipici del jazz. La risposta del pubblico è stata entusiasta, segno che l’incontro tra jazz e pop può generare grande interesse e aprire nuovi orizzonti di ascolto.
L’ultimo incontro è stato dedicato all’affascinante e complessa relazione tra il jazz e le radici afroamericane. “Siciliani, Vudù e la città americana dei Caraibi” è infatti stato l’argomento sviluppato il 29 ottobre 2024. In questo caso, il trio ha trasportato il pubblico nella New Orleans, città simbolo di un melting pot culturale e musicale unico al mondo. Di Battista ha illustrato le influenze africane, caraibiche e siciliane nel jazz, soffermandosi sulla storia e sull’evoluzione del genere attraverso il vudù, le influenze mediterranee e l’unicità delle sonorità di New Orleans. L’intensità delle esecuzioni ha permesso agli spettatori di immergersi completamente in questa esperienza sonora, avvicinandoli alla storia e alle sfumature culturali alla base del jazz.
L’accoglienza calorosa del pubblico ha dimostrato quanto questi appuntamenti, unici nel suo genere, siano riusciti a soddisfare il bisogno di approfondimento e di condivisione della cultura musicale. Non solo si è trattato di concerti di alto livello, ma anche di vere e proprie lezioni di storia e teoria musicale, attraverso le quali Marco Di Battista è riuscito a catturare l’attenzione anche dei meno esperti. Grazie all’abilità di coinvolgere e spiegare con passione e chiarezza, il pianista ha saputo abbattere il muro di complessità che spesso separa il grande pubblico dal jazz. Questa settima edizione di “Spunti di vista sul jazz” ha confermato il successo del format e l’importanza del suo ruolo nella diffusione della cultura jazz in Italia. Grazie alla visione didattica e all’approccio inclusivo di Marco Di Battista, il jazz è riuscito ancora una volta a entrare in contatto con un pubblico eterogeneo, svelando le sue innumerevoli sfaccettature e creando un dialogo che, sebbene radicato nella tradizione, è più vivo e attuale che mai.
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