Rich Pellegrin – Topography

Rich Pellegrin: pianoforte
Neil Welch: sax tenore, sax soprano

Slow & Steady Records – 2024

Dopo gli ultimi due lavori in solo il pianista americano, professore associato di teoria musicale presso l’Università della Florida, sceglie ancora una volta di indagare il rapporto tra musica e natura e soprattutto incentra la sua ricerca sul timbro e sul suono.

In compagnia del sassofonista Neil Welch, incontrato nel quintetto di Pellegrin del 2009, il dialogo tra i due si instaura in maniera efficace e propositiva.

Tredici brevi brani illustrano il rapporto con la natura, con un atteggiamento bucolico e riflessivo. Oltre al perfetto interplay tra i due si segnala come la riflessione si stabilisca non sullo sviluppo dei brani ma sull’intensità del singolo suono che esiste, e ha un sua vita propria, nel momento esatto in cui viene prodotto dagli strumenti. Tramite anche l’uso delle tecniche estese e del piano preparato il discorso è incentrato sui riverberi, gli armonici e le declinazioni che un singolo accordo o suono può generare. I due musicisti assecondano il timbro e lo fanno respirare.

Field (day) si caratterizza per il piano preparato di Pellegrin che designa una sorta di timbro metallico e trasognante capace di caratterizzare l’intero brano. In Field (night), Welch instaura un intimo rapporto con l’emissione del soffio nello strumento e le possibilità estetico musicali prodotte, mentre il piano si concentra sull’aspetto ritmico.

L’altro interessante versante è la ricerca del rapporto tra suono e silenzio nel tentativo di introdurre una musica liminare, che indaghi proprio tale limite.

Un suono che si fa trasparente – Canyon (night), Bluff (day), Cave – che procede per increspature, pulsazioni, sussulti.

Un album che va ascoltato con profonda attenzione, la cui bellezza va colta con la calma dovuta, ed è contenuta nelle sottigliezze di ogni singola nota.

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