Marco Fumo – Elite Syncopations

Marco Fumo: pianoforte

Odradek Records – ODRCD514 – 2024

Elite Syncopations è il ragtime composto da Scott Joplin nel 1902 che chiude e da il titolo al nuovo lavoro pubblicato da Marco Fumo: un lavoro interamente dedicato ai brani firmati da Joplin. Nel disco, sono infatti presenti quindici tracce registrate nel 2016: un filo rosso che rimette al centro – in maniera essenziale quanto romantica – il lungo rapporto tessuto dal pianista italiano con le composizioni dell’artista statunitense sin dagli anni ottanta e ne vuole rappresentare il capitolo conclusivo con la consueta miscela di aderenza stilistica e visione personale.

La scelta dei brani copre un arco di tempo ampio nella produzione di Joplin e va dal 1899 di Original Rags e Maple Leaf Rag al 1917 di Reflection Rag e accosta pagine celeberrime come The Entertainer e temi meno frequentati. Nel disco sono poi presenti quattro brani registrati e pubblicati per la prima volta dal pianista a testimoniare la sua continua ricerca effettuata sul compositore statunitense, un lavorìo continuo di interpretazione e avvicinamento formale – nonostante poi Marco Fumo si schernisca sempre riguardo alle questioni musicologiche – per avvicinarsi sempre più alla propria lettura di un repertorio fondamentale nella storia della letteratura pianistica. Una “formula” costruita sul campo, con un approccio metodologico e artigianale allo stesso tempo che rende ogni pagina pulsante e che permette di evitare una rilettura acritica e i conseguenti e inevitabili manierismi.

Lo stesso Marco Fumo, nelle note di copertina, si sofferma brevemente sull’importanza di Scott Joplin e del Ragtime nella storia della musica afroamericana e sulle possibilità innescate da quelle esperienze nell’evoluzione del suono e nello sviluppo della sensibilità dei percorso artistici che sarebbero emersi in seguito. L’abilità di Joplin nel superare i confini tra i generi musicali, in un periodo peraltro in cui la diffusione della musica passava dalla vendita degli spartiti a quella delle prime e pionieristiche registrazioni – con tutte le “distorsioni” provocate da questa trasformazione epocale – si riflette in una scrittura capace di dialogare con il mondo classico e di fare spazio all’improvvisazione e all’estro dell’interprete. Un territorio stilistico in cui il pianista italiano ha trovato una sua dimensione espressiva aderente e insieme originale, utile per intrecciare le diverse anime del proprio mondo musicale in una sintesi coerente ed efficace tra attenzione alla pagina scritta e stimoli provenienti da altre esperienze, con una dose sempre presente di ironia e con tutte le suggestioni di un percorso che, nel corso degli anni, lo ha visto al fianco di compositori importanti come, tanto per fare un nome, Ennio Morricone.

Una sintesi solida e distillata con cura nel tempo, come dicevamo prima, una sintesi portata con garbo e senza forzature in ogni passaggio del disco.


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