Mimmo Campanale Trio – #CollaborationsOne

Mimmo Campanale: batteria
Domenico Cartago: pianoforte, synth
Camillo Pace: contrabbasso

Abeat Records – 2024

Quarant’anni e non sentirli. A tanto ammonta la carriera di uno dei migliori batteristi del panorama jazzistico italiano. Per festeggiare questo traguardo il pugliese Mimmo Campanale si è concesso un disco celebrativo, e che disco! Il titolo è #CollaborationsOne ed è realizzato in trio con Domenico Cartago al pianoforte e Camillo Pace al contrabbasso. Il progetto restituisce un Campanale perfetto nel guidare un trio dall’ architettura definita e precisa sia in termini melodici che armonici. I loro movimenti strutturati, dall’interplay maturo e preciso, producono una musica perlacea e essenziale allo stesso tempo. Ogni strumento possiede una propria vita all’interno di un nucleo che si muove come un unico organismo. Anche i tempi moderati e talune volte un pò più dinamici fanno si che l’assorbimento della musica da parte dell’ascoltatore avvenga con profondità e senza alcuna mediazione celebrale. Poi la forte connotazione melodica fa il resto. I dieci brani del disco, tolti i tre di Campanale, appartengono a musicisti con i quali ha collaborato durante la sua carriera. Il primo brano d’apertura, Gilda, è una composizione di Vito Di Modugno. È un pezzo di jazz contemporaneo dai risvolti romantici e una fisionomia che ci riporta ad alcune atmosfere del trio di Mehldau. Qui però l’accentuazione melodica è molto più consistente e costante. La seconda traccia appartiene a Cartago. S’intitola Aria è ha una fisionomia sognante e astratta. Seven Steps to Your Soul è una composizione di Maurizio Quintavalle, una sorta di reggae prestato al jazz, dall’andamento quasi claudicante, bello e sornione. La quarta traccia, Saudade a Salice, è una composizione di Guido Di Leone. Una bossa nova, delicata, sentita, il cui tema viene qui ripreso nella sua essenzialità semantica. Un pezzo nostalgico, la cui bellezza esecutiva supera la versione originale per semplicità e immediatezza. 1980 è la prima composizione di Campanale che appare nel disco. Qui viene riarrangiata rispetto all’originale, con il pianoforte in primo piano che si appoggia sull’archetto del contrabbasso e sul brusio della batteria. Pezzo ispirato e animistico. Parenthesis#2 appartiene al compianto Davide Santorsola. È un brano giocato sul tempo, ai confini di una ballad, con il pianoforte che si incrocia e gioca prima con il contrabbasso e poi con la batteria. Qui Campanale si lascia andare in un assolo che taglia in due la composizione e ne cambia il ritmo. Forever invece appartiene al chitarrista Nico Stufano. Si apre con un accenno di synth che subito cede il testimone al pianoforte che lentamente disegna i connotati della ballad. Acustronica è il secondo pezzo firmato da Campanale. Anche qui accenni di elettronica colorano i secondi iniziali poi divenuti preda del timing del pianoforte. Una quinta di suoni avvolge la tastiera che diviene preda di un’incessante incalzare ritmico. Pezzo dalle venature nordiche. Notte stellata è una ballad scritta da Camillo Pace. Il brano possiede un che di spirituale, una sorta di inno sommesso che celebra la bellezza. Spurie radiofoniche introducono l’ultimo brano, …To Be Continued!, di un disco bello e meritevole. Il jazz suonato è di alto livello, piacevole nell’ascolto e taumaturgico per l’animo.


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