Ron Magril: chitarra elettrica
Yonatan Riklis: organo Hammond
Ofri Nehemya: batteria
GleAm Records – 2025
Ron Magril è un artista sincero, un musicista che non usa artifici per raccontare la sua musica. Il suo jazz è diretto, non ha fronzoli, non suona per imitare ma per riprendere alcune tematiche sonore degli anni cinquanta e spogliarle dai residui della storia. Lui guarda, o guardava a Wes Montgomery e Grant Green, come uno che ha avuto e preso ma che adesso la storia è cambiata. Maestri da venerare, si, ma con distacco lasciando alla musica la possibilità di segnare la distanza temporale che li divide. Quella musica è un condensato di hard bop, soul jazz e altre diavolerie dall’anima calda che bollono alimentate dal suono sulfureo dell’hammond. Stiamo parlando di un jazz disegnato con raffinatezza e pulizia esecutiva da un chitarrista che sta cercando di dare un futuro brillante alla sua carriera in progress. Accanto a Magril ci sono Yonatan Riklis all’Hammond e Ofri Nehemya alla batteria. I tre sono riusciti a creare attorno alle composizioni originali del chitarrista una trama armonica che si nutre di un continuo flusso melodico che permea ogni singolo brano. Dialogo e iterazione sono i criteri guida del trio, e se ne ha la prova sin dal brano d’apertura, Playing For Wes, dedicato a Montgomery ma suonato con modernità esecutiva e senso del tempo presente. Inspired assomma e racchiude tutto questo, un lasciarsi andare seguendo con leggerezza e serenità l’istinto e costruendo attraverso il proprio strumento una musica che viene dal di dentro e che crea sensazioni di leggerezza e bellezza. Si è di fronte a un tripudio estetico di nomi antichi ma dal fascino essenzialmente moderno: Minor Blues, Cool Breeze e Africa.
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