Picanto Records – PIC001 – 2005
Giancarlo Maurino: sax tenore, sax soprano, sax alto
Roberto Taufic: chitarra, voce
L’emozione e l’essenza di un linguaggio diretto che passa senza mediazioni dalle corde della chitarra, dai tasti del sassofono all’ascoltatore, che trasmette il lirismo e l’ispirazione dei musicisti.
Il Brasile, Guinga e Tom Jobim, il Jazz, Henry Mancini, Charlie Parker e gli standard. Il suono delicato e caldo di strumenti utilizzati con dolcezza, indugiando sulla frase, sulla note, sulle sensazioni e sul pathos di ogni istante, facendo anche ricorso al virtuosismo, di tanto in tanto, per sottolineare alcuni spunti, come le sovrapposizioni ritmiche del sassofono, come l’ampliamento della dimensione delle frasi della chitarra, la bravura di due musicisti che comprendono e sviluppano con naturalezza i temi e le motivazioni dei brani. Queste le coordinate di Um abraço, lavoro che vede Giancarlo Maurino e Roberto Taufic muoversi con disinvoltura attraverso temi originali e brani celeberrimi, tra suggestioni provenienti da mondi musicali diversi che si incontrano nell’interpretazione appassionata, nel lasciarsi accompagnare dalla sensibilità e dalla completa adesione all’emozione della musica.
Emozione è una parola che ricorre nell’ascoltare il disco e nel ripensare ai concerti che il duo ha tenuto nell’ambito del festival di Terni. Ma è la ricerca dell’emozione, il racconto e la narrazione degli stati d’animo, delle sensazioni vissute nel riproporre, in modo personale, brani celebri come The days of wine and roses o nella scrittura delle composizioni originali, come quella dedicata a Charlie Parker, o, ancora, nell’interpretare i brani di Guinga, la linea conduttrice del lavoro. Giancarlo Maurino dispone il suono caldo e riflessivo dei suoi sassofoni sulle armonie accoglienti della chitarra di Roberto Taufic e, anche quando i due affrontano brani ritmicamente più sostenuti, non viene mai meno l’attenzione alla dimensione narrativa del brano, alla nota che sottolinea lo svolgersi delle emozioni.
Tutto questo con la grazia e la concisione di una formazione che si muove con naturalezza nel binario, stretto, del duo; binario che viene ampliato e colorato dalla voce, dai cambi di sassofono, dagli scambi e dagli unisono, dalle ritmiche ottenute percuotendo il corpo della chitarra, dai rumori propri degli strumenti suonati, corde, tasti, elementi che danno ancora più la dimensione della partecipazione dei due musicisti. Partecipazione che si trasforma in interplay, nella capacità di cambiare velocemente la voce protagonista del duo, in modo quasi inavvertito, nella intenzione di proseguire e esporre in due il medesimo discorso, la medesima sensazione.
La poesia di Nó na garganta e Horta, la verve di Di menor e Merry go Round, la presenza emotiva del suono del sassofono e il moltiplicarsi funambolico delle linee della chitarra nel corso dei vari brani, la capacità di creare spazi sonori ed espressivi come in No fundo do rio, l’omaggio alle sonorità parkeriane di Dr. Charlie e alla liricità di Toninho Horta nel brano omonimo. L’incontro di chitarra, voce e sassofoni raggiunge l’essenza dell’emozione, senza fronzoli, senza mai perdere di vista la centralità della comunicazione, la voglia di mettere la tecnica, il suono, gli accenti e i colori del suono al servizio, e in modo completo, del dialogo tra musicisti e pubblico, nel rapporto tra strumenti e musica.
E, per finire, Um Abraço segna l’esordio di una nuova etichetta discografica, la Picanto Records, naturale prosecuzione del lavoro di Sergio Gimigliano, di Francesca Panebianco e dello staff del Peperoncino Jazz Festival: un ottimo avvio, con un disco ricco di personalità e un progetto capace di coinvolgere sia nella registrazione che in concerto.