Daniele Pasini Project – Aleph Zero

Daniele Pasini Project - Aleph Zero

Clair de Lune – CDLN08001 – 2008




Daniele Pasini: flauto

Mauro Mulas: elettronica

Pete Waters: pianoforte




Aleph Zero è, nella Teoria dei Numeri Cardinali di Georg Cantor, il più piccolo numero cardinale transfinito, vale a dire la quantità (infinita) dei Numeri Naturali. La scala di valori introdotta da Cantor prevede, poi, che altri insiemi abbiano una cardinalità maggiore, (aleph uno, due, tre e così via): in pratica, non tutti gli infiniti sono uguali e ci sono insiemi infiniti, ad esempio i Numeri Reali, “più grandi” di altri insiemi infiniti, ad esempio i Numeri Naturali.


Questo per spiegare il titolo e, in qualche modo, il punto di partenza della riflessione filosofico-religiosa di Daniele Pasini: uno sguardo aperto all’infinito nelle sue diverse forme. Il disco si suddivide in tre lunghe suite, realizzate sovrapponendo improvvisazioni libere del solo Pasini, con l’ausilio dell’elettronica e del missaggio di Mauro Mulas. Ad aprire e chiudere Aleph Zero, due versioni di Kyrie: la prima, breve e limitata al solo tema; la seconda ampliata e realizzata in duo con il pianista Pete Waters. Il concetto di improvvisazione libera seguita da Pasini ruota intorno a un tema reso, il più possibile, irriconoscibile dalle successive manipolazioni, come spiega Pasini sul suo sito (www.danielepasini.it).


Il tutto prede le mosse dalla tesi di laurea del musicista centrata sull’Infinito Matematico e sulle sue ripercussioni storiche e didattiche. La ricerca di Pasini unisce alla dimensione matematica, rappresentata dalla figura e dalle ricerche di Georg Cantor, un approccio spirituale e mistico: la correlazione tra infinito matematico, soprattutto nella lettura cantoriana, e la spiritualità dell’improvvisazione totale, diventa un percorso di scoperta di sé e di comunicazione con gli altri.


Aleph Zero rappresenta la trasposizione in musica – in particolare, attraverso l’improvvisazione libera – di questo cammino. Il musicista è solo, il suono dello strumento viene moltiplicato, filtrato dall’elettronica: nel disco si susseguono atmosfere diverse, per una musica che diventa parte di una meditazione metafisica. Pasini afferma, inoltre, che il progetto si configura come base aperta per spettacoli multimediali: le dinamiche introspettive di Aleph Zero permettono, in modo naturale, di interagire con altri artisti, sia per creare un dialogo libero e informale che per dare vita a una riflessione aperta e intima.


La precisa volontà di realizzare un prodotto estremamente minimalista e spoglio si rivela un’arma a doppio taglio: se l’intenzione di lasciare un segno essenziale e suggestivo sposa bene la grafica realizzata da Massimo Podda, la mancanza di note di copertina e di spiegazioni, quanto meno riguardo al punto di partenza, non rende giustizia al percorso compiuto dallo stesso Pasini.