Marco Fumo – The Early Ragtime

Marco Fumo - The Early Ragtime

OnClassical – OC41RT – 2011




Marco Fumo: pianoforte





Marco Fumo, come viene svelato nel titolo del lavoro, ripercorre la vicenda musicale del primo ragtime e principalmente il repertorio di uno dei maestri indiscussi dello stile, vale a dire Scott Joplin, di cui esegue otto composizioni. Gli altri brani sono di Harlem Rag di Tom Turpin, in apertura del disco, e Frog legs rag e Sunburst rag di James Scott.


Il programma viene eseguito con attenzione per l’originale, senza perdere la brillantezza e le dinamiche di una musica legata ai ritmi africani, dalle radici profondamente innestate nella musica colta e nelle espressioni popolari e legata al jazz da una parentela trasversale. Oltre ai riferimenti musicali, descritti in modo sintetico ed efficace dal breve saggio di Stefano Zenni presente all’interno del disco, il ragtime è la musica che rimanda alle atmosfere del cinema muto, alle pionieristiche avventure dell’aviazione e dell’automobile, alle fotografie di inizio novecento. Il pianoforte di Marco Fumo restituisce ai brani tutti gli aspetti presenti nella partitura e nella loro dimensione espressiva in una esecuzione che unisce il rigore dell’esecuzione “classica” alla conoscenza del jazz e alla disponibilità di lasciar fluire in maniera naturale i temi.


Il disco si chiude con le quattro composizioni per pianoforte di Bix Beiderbecke. Una scelta particolare che, pur allargando il discorso nel tempo e nelle questioni stilistiche, non cozza con il resto del lavoro e, anzi, coglie il filo storico e una possibile conclusione semantica della parabola del ragtime. I brani di Bix sono stati composti dal 1928 al 1931: dal ragtime delle origini i musicisti sono già passati attraverso il dixieland, le formazioni di Armstrong, l’avvento del cinema sonoro, le grandi orchestre e la swing era sta per entrare nel pieno del suo splendore. Bix riporta nella sua scrittura tutto l’interesse per la musica colta e unisce il ritmo sincopato del jazz al mondo sonoro di Debussy e Ravel. Si torna in pratica all’inizio della vicenda del ragtime con il senno del poi: se Scott Joplin sulle sue partiture faceva stampare “don’t fake”, non improvvisare, Bix Beiderbecke è uno dei primi esponenti riconosciuti e ammirati dell’improvvisazione; se i brani del ragtime sono articolati in momenti ben canonizzati e riconoscibili, le composizioni di Bix prendono le mosse da quel mondo sonoro per articolarsi con una visione estetica ormai decisamente diversa; se, infine, il ragtime sviluppa una vicenda musicalmente intensa e seminale ma di sicuro concentrata nel tempo, il motivo è anche nelle pulsioni che musicisti, commistioni linguistiche ed espressive e nuova velocità dei tempi impongono e in un genere forse poco elastico per poter seguire quell’evoluzione.


The early ragtime contiene i punti fermi essenziali di una musica seminale, necessaria per inquadrare diversi passaggi del jazz: grazie alla sua conoscenza profonda della materia, Marco Fumo riesce a restituire allo stesso tempo l’importanza e la bellezza dei brani, ad unire la filologia con il piacere di eseguire e di ascoltare.