Ratko Zjaca & Simone Zanchini – The way we talk

Ratko Zjaca & Simone Zanchini - The way we talk

In And Out – IOR CD 77104-2 – 2010




Ratko Zjaca: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra baritona, effetti

Simone Zanchini: fisarmonica, elettroniche

Martin Gjakonovski: contrabbasso

Adam Nussbaum: batteria





“La parola jazz copre oggi una area espressiva decisamente vasta e il repertorio del 2010 non può essere lo stesso del 1940: ma elementi fondamentali come la creatività e l’improvvisazione devono essere presenti nella musica.”


L’affermazione di Ratko Zjaca, citata in apertura e presente all’interno delle note di copertina di Mike Hennessey – insieme al titolo del disco, alle storie musicali dei quattro protagonisti, al riferimento continuo alle diverse stagioni del jazz e alla particolare unione di strumenti – svela i punti programmatici del lavoro realizzato dal quartetto formato da Ratko Zjaca, Simone Zanchini, Martin Gjakonovski e Adam Nussbaum. Un croato trapiantato da anni in Olanda, un italiano giramondo e curioso, un macedone da anni trasferitosi in Germania e un batterista americano tra i più curiosi. Una compagine variopinta e in grado di portare nella voce del quartetto una molteplicità di accenti e inflessioni, dallo swing più tradizionale ai riferimenti etnici, passando per le aperture methenyane, le esplorazioni elettroniche, le sperimentazioni rumoristiche e il gusto per la citazione.


Il tutto viene realizzato per mezzo di un atteggiamento estremamente aperto nei confronti di tutte le ispirazioni: così il quartetto garantisce diritto di cittadinanza a tante soluzioni all’interno del lavoro e alle diverse implicazioni e combinazioni. The way we talk è un disco realizzato con la mente libera da pregiudizi e ricco di spunti, frasi e materiale raccolti da tutte le direzioni.


Il quartetto lavora con una tavolozza di colori oltremodo varia e il discorso viene reso coerente da alcune linee ben presenti nelle varie tracce. A partire dallo schema di gioco del quartetto, una formazione pianoless seppur dotata di molte soluzioni armoniche: chitarra e fisarmonica ragionano come strumenti solisti e melodici senza dimenticare, però le rispettive potenzialità di accompagnamento. Se Zanchini guarda alle potenzialità espressive ancora da esplorare nella fisarmonica, Zjaca elabora una sintesi personale tra le radici balcaniche, le lezioni dei grandi chitarristi del jazz e il sentire personale. Il ritmo e la pronuncia degli assolo contiene tantissimi riferimenti alle tradizioni del jazz: dallo swing sempre presente e pulsante nell’accompagnamento di Nussbaum, al richiamo nelle improvvisazioni dei vari musicisti alle diverse stagioni del jazz. Altro elemento, forse il più determinante, è la ricerca del dialogo tra i quattro e la costante apertura agli stimoli lanciati dagli altri: un interplay sempre propositivo, innervato da un ascolto reciproco rispettoso e messo di continuo a frutto in una staffetta di linee, idee e voci.


Le composizioni proposte da Zjaca e Zanchini – rispettivamente sei del primo e cinque del secondo – riflettono perciò linee di danza e tradizioni rivisitate secondo un gusto moderno ed attuale. Le undici tracce, indipendentemente da chi ne sia l’autore, si rendono il luogo naturale per la stratificazione delle ispirazioni, dei rimandi e delle intuizioni dei quattro: il modo in cui parla il jazz di Zjaca, Zanchini, Gjakonovski e Nussbaum è volutamente abbondante, senza essere ridondante, e ordinato, senza perdere il trasporto o il gusto dell’interpretazione.