Foto: Gino Fortunato
Summer Nights Jazz Festival 2011.
Serravalle Scrivia, Serravalle Outlet. 6/15.8.2011.
Nove serate su dieci da “tutto esaurito” al Summer Nights Jazz Festival di Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, conclusosi a ferragosto sulle note di una regina della Bossa nova, Rosalia De Souza, con una presenza media di quattromila spettatori per ogni concerto.
Un record senza precedenti per la manifestazione che si tiene ormai da sette anni nella “Città della moda e delle grandi firme”, rispetto alle passate edizioni che pure hanno sempre avuto un seguito considerevole. In cartellone personaggi del calibro di Al Jarreau, Al Di Meola, gli Area con Maria Pia De Vito, per una reunion storica, e poi Luis Bacalov, la citata Rosalia De Souza, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, l'”anomala” Banda Osiris, Amalia Gré, Guido Manusardi e tanti altri ancora.
In Piemonte il Summer Nights Jazz Festival è l’unica manifestazione jazzistica di queste proporzioni, in termini di numero date, tralasciando, me ne rendo conto, la storicità e quindi l’importanza di altre rassegne.
Nato nel 2005 come una “Cenerentola” (allora si chiamava “Serravalle Outlet in Jazz”), tra le centinaia di artisti esibitisi durante le prime edizioni ricordiamo Dee Dee Bridgewater, Manhattan Transfer, Archie Shepp, Phil Woods, Lee Konitz, Benny Golson, Cedar Walton, Kenny Barron, Bobby Watson (anche con la ricostituzione dei 29th street saxophone quartet), World saxophone quarte, ‘Mboom Re Percussion, Stanley Jordan e praticamente tutta la storia del Jazz moderno italiano, da Franco Cerri a Enrico Rava, da Gianni Basso a Francesco Cafiso. Tutto questo per descrivere come il Jazz possa sposarsi felicemente anche in un tempio del commercio che una volta era aborrito dai puristi.
Da una parte si può rimarcare il radicamento di questo festival jazz del Basso Piemonte, proposto, come detto, nell’insolita sede di un grande centro commerciale, ma dall’altra, un ruolo sull’affluenza lo gioca inevitabilmente la crisi economica generale che, in piena estate vede sempre più le città popolate e sempre meno le famiglie in vacanza. Il tutto (diciotto concerti) è come sempre proposto a ingresso gratuito. E ciò non guasta. Senza dimenticare naturalmente la qualità della musica.
La dimensione del festival quest’anno ha abbracciato una serie di situazioni che pur gravitando attorno al Jazz, ha sfruttato tutte le sue ramificazioni: dalla fusion di Al Jarreau che a dispetto dei 71 anni conserva la vigoria dei bei tempi al Gipsy dei Manomanouche, fino a toccare la canzone d’autore in chiave jazz (Cinzia Tedesco, Amalia Gré, Petra Magoni), la musica di impronta latino – mediterranea sotto varie espressioni (Al Di Meola, Javier Girotto, Paolo Di Sabatino), la bossa nova del duo Taufic-Tessarollo e di Rosalia De Souza e persino attraverso la provocazione teatrale e cabarettistica della Banda Osiris, senza dimenticare la dimensione sinfonica giocata sugli archi dell’Orchestra classica di Alessandria, in un omaggio al Tango e alle colonne sonore per il Cinema, con Luis Bacalov protagonista.
Ampio spazio è come sempre dedicato ai musicisti di casa nostra. Due pianisti, in versione Trio a confronto: Guido Manisardi, meraviglioso tanto nell’esecuzione dei classici che di brani originali e Massimo Faraò che garantisce la continuità elegante della musica dei grandi pianisti post anni ‘50. Non è mancato lo swing più tradizionale con Paolo Alderighi e gli “Swingers” di Delio Barone e Luciano Milanese a chiudere il cerchio.
Un segnale da analizzare, più che i singoli concerti sempre di elevata qualità,potrebbe essere l’indicatore giovanile che ha abbassato l’età media del pubblico presente. Oltre allo zoccolo duro dei quarantenni e dei cinquantenni, c’erano moltissimi ragazzi, persino adolescenti accompagnati dai genitori per assistere alla performance degli inossidabili Area (Fariselli, Tavolazzi, Paoli e Tofani più Maria Pia De Vito), gruppo storico degli anni ’70 che segnò un passaggio rivoluzionario tra il tiepido rock della Beat generation e una formula rock-jazz intrisa di sperimentazioni e novità. C’erano giovanissimi quasi sotto choc nell’ammirare l'”uragano” Omar Hakim alla batteria (Trio of Oz con la splendida pianista Rachel Z)) e divertirsi come essere a Zelig, nel vedere gli allegri cinquantenni della Banda Osiris saltare, suonare, recitare e quindi gioire con un gusto per lo spettacolo e per la vita che oggi è raro trovare anche nelle nuove leve dell’entertainment. Questo, oggi, è Summer nights festival.