Parco della Musica Records – MPR 032CD – 2011
Giovanni Falzone: tromba
Francesco Bearzatti: sassofono tenore, clarinetto
Beppe Caruso: trombone
Paolino Dalla Porta: contrabbasso
Zeno De Rossi: batteria
Giovanni Falzone prosegue il suo dialogo con i grandi della musica del novecento con Around Ornette, lavoro incentrato sulla figura e sulla musica di Ornette Coleman.
Formazione acustica, composta da una ritmica essenziale ed esperta – Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria – e da una frontline di strumenti a fiato – Falzone alla tromba, Francesco Bearzatti al tenore e al clarinetto e Beppe Caruso al trombone. Un quintetto senza strumenti armonici, in grado però di ricreare e gestire la tessitura dei brani grazie all’incontro dei fiati e al lavoro pregevole della ritmica.
Il repertorio è costituito da quattro brani del sassofonista americano e da quattro originali. Falzone ha scelto brani presenti nei dischi registrati nel periodo intorno a Free Jazz: Blues Connotation da This Is Our Music (1961), Congeniality e Lonely Woman da The Shape Of Jazz To Come (1959), Free da Change of the century (1960).
Falzone punta in maniera radicale sulla melodia e sul groove: la chiave per dialogare in questo senso con Coleman è il forte senso del blues e della tradizione presente in quei lavori del sassofonista. Non mancano parti libere in Around Ornette, ad esempio nel brano Ornette o negli spazi compresi tra i riff di Congeniality, ma si tratta nella maggior parte dei casi di parti informali dove resta sempre presente il richiamo alla melodia di partenza. La libertà viene interpretata maggiormente come libertà dagli schemi che solitamente legano temi, improvvisazioni e sviluppo complessivo del brano. Il rispetto per la scrittura e per l’andamento dei brani di Coleman è molto forte: la differenza è nel tono meno spigoloso e aspro del quintetto di Falzone, grazie alla soluzioni armoniche gioco forza innescate dalle tre voci.
Il blues, il groove, la tradizione, i riferimenti alla musica colta e alle esperienze del bebop e del jazz che si sviluppava intorno a Coleman vengono filtrate due volte, in pratica: prima dal lavoro fatto dal sassofonista per esporre il proprio mondo espressivo, il manifesto programmatico e filosofico della sua musica; in seconda battuta dalle riflessioni di Falzone, a cinquant’anni ormai da quelle incisioni, attraverso un percorso vario che unisce le esperienze orchestrali, la pratica jazzistica, la poetica del musicista, ma anche gli sviluppi attraversati nel frattempo dal jazz e dalla musica dello stesso Coleman.
Il lirismo visionario del sassofonista si intreccia con la forza trascinante di Falzone, la libertà espressiva, la ricerca programmatica e persistente della libertà attraverso il suono, i diversi strumenti, la costante volontà di scardinare espressioni e schemi consolidati di Coleman si riflettono nella voce di un quintetto che affronta in maniera sicura il percorso tracciato da Falzone: momenti dal chiaro gusto orchestrale, improvvisazioni collettive o lasciate al solista con la ritmica, pedali lunghi alternati a riff brevi, moduli musicali affiancati e contrapposti. Falzone sceglie di dare all’ascoltatore una quantità maggiore di punti di riferimento, di ripetizioni: come si diceva in precedenza, non mancano i momenti liberi e destrutturati, ma non avrebbe avuto senso ripercorrere la parte più libera o dare alle stampe una nuova versione di Free Jazz, senza apportare la propria firma compositiva e orchestrale, la propria visione estetica.
La linea seguita da Falzone nei due lavori mette in mostra l’intenzione di sondare linguaggi e possibilità espressive diverse. Con Around Jimi, il trombettista ha rivolto la sua attenzione sui suoni elettrici e su un periodo storico specifico, attraverso l’incontro – leggendario, fantasticato, tutto da rivelare nelle sue possibilità – tra due personalità enormi e onnivore come Jimi Hendrix e Miles Davis. In Around Ornette il confronto tra Ornette Coleman e Giovanni Falzone diventa un dialogo tra maniere diverse di concepire l’avanguardia e la ricerca all’interno delle strutture del jazz.
Infine la copertina del disco riporta un particolare di una tela – epressionista, vivace, materica – dipinta dal trombettista e intitolata Interferenze.