Roberto Demo – Come se i pesci

Roberto Demo - Come se i pesci

Abeat Records – AB JZ 067 – 2010




Roberto Demo: voce

Tino Tracanna: sax tenore e soprano

Luigi Martinale: piano

Stefano Risso: contrabbasso

Paolo Franciscone: batteria





Note sospese tra jazz e canzone d’autore. Stili a confronto con un’inequivocabile base jazz. Feeling e swing, pensieri profondi, riflessioni quotidiane di una vita in bilico tra presente e passato. Aspirazioni futuribili tra incanto e realismo: “vorrei essere chissà chi… chissà cosa… (Seme e Germoglio)”. Sono alcune delle riflessioni in forma di canzone di Roberto Demo, cantante raffinato e di comprovata affidabilità, che interpreta efficacemente gli stili che è chiamato ad interpretare destreggiandosi egregiamente anche nell’uso dello scat (Tra le righe). Le melodie di Tracanna al sax fanno il resto. Il sassofonista cuce e ricama, attorno alle parole di Demo, con fantasia ed inventiva, riempiendo gli spazi lasciati vuoti dalle liriche del cantante (Se io fossi Dio). Il piano di Martinale è provocatorio ed irregolare, a tratti scanzonato. Come se i pesci ne è la controprova. Egli si lancia in un dialogo zoppicante ma preciso con la voce di Demo. Tale incedere fila liscio nei tre minuti del pezzo confermandone l’intenzione irriverente e fintamente seriosa. Molto bella la versione di Nel cielo dei bar di Buscaglione. Demo confeziona un brano più sofisticato e moderno rispetto all’originale. È uno swing da piano bar di classe, di palati raffinati, forse anche per “colpa” della profondità del sax di Tracanna. Questo è il primo dei tre rifacimenti racchiusi nel disco. Il secondo è Ragazzo Fortunato di Jovanotti e infine una puntigliosa cover di Rossetto e cioccolato della Vanoni. I dieci pezzi che completano il disco sono opera della penna di Roberto Demo. L’impressione che si ha è che il nostro cantante sia più comunicativo, diretto e spontaneo quando interpreta i suoi pezzi. Si sente che li vive, che la musica e le parole trasudano dal suo corpo, che padroneggia la materia sonora restituendo (Il Momento della semina) all’ascoltatore, o almeno provando a farlo, le sue stesse emozioni.