Slideshow. Carola Cora

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Slideshow. Carola Cora.


Jazz Convention: Così, a bruciapelo, Carola, puoi parlarci del tuo nuovo lavoro discografico?


Carola Cora: Se stai parlando di You & My Soul, beh… rispecchia davvero la mia anima. È un po’ il riassunto del mio passato personale e musicale. Una sorta di verità accompagnata dal delicato suono della musica e delle parole che da lei si lasciano trasportare.



JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?


CC: Il primo ricordo ce l’ho di me che avevo cinque anni, ricordo che pensavo: nella vita io canterò? Stavo ore ed ore ed ore a cantare su un cubo di moquette, ricordi? negli anni Settanta andava di moda…



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare una cantante?


CC: Trovo che cantare sia per me lo strumento che mi permette di comunicare al meglio le mie emozioni, la mia anima, i miei pensieri, la passione con l’aggiunta di una delle forme d’arte per me più belle del mondo, la musica. Parole e musica = emozione infinita.



JC: E a scegliere il jazz piuttosto che altre musiche?


CC: Credo che sia stato il jazz a scegliere me. Nasco con Battisti, Bennato, Dalla, de Andrè, passo ai Genesis, ai Pink Floyd a Joni Mitchell e a molti altri dell’era del rock, so che ero molto giovane quando sentii Jaco Pastorius e capii che dovevo andare oltre così esplorai il mondo dal Jazz partendo dagli strumentisti. Ricordo che avevo il terrore di imitare le cantanti come facevano tante con Mina, e così scelsi prima di imparare attraverso Chet Baker Charlie Parker, Bill Evans e molti altri strumentisti, poi di ascoltare le cantanti.



JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?


CC: Per me l’avrà sempre, per gli altri non saprei. Diciamo che teniamo duro in un mondo dove la musica ha perso qualche riferimento…



JC: Ma cos’è per te il jazz?


CC: La mia Anima.



JC: E cantare?


CC: Credo di averti risposto prima: l’espressione della mia anima.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?


CC: Purezza, verità, passione, emozioni, follia, libertà, creatività, conoscenza, delicatezza….. e altre 100.000…



JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?


CC: La musica ha bisogno di musica, le contaminazioni funzionano da sempre. Qualche anno e il jazz avrà il suo peso anche da noi… L’evoluzione sta nelle follie quindi qualcosa che non si può descrivere ma che si potrà ascoltare…



JC: Quali sono stati i tuoi maestri nella voce, nella musica, nella cultura, nella vita?


CC: Tanti, tutti ma se proprio vuoi dei nomi allora dico Beethoven, Mia Martini, Peter Gabriel, Carmen Mc Rae, Ella per forza… ripeterei Bill Evans e gli altri, Miles Davis, per il resto direi tutti coloro con cui ho condiviso qualcosa, ogni insegnante ti regala qualcosa di sé, i genitori lo fanno, gli amici, i nonni le sorelle, i parenti… Insomma tutti mi hanno insegnato qualcosa ed io ho cercato di prendere ciò che mi apparteneva di più.



JC: Il momento più bello della tua carriera di musicista?


CC: Quando un musicista mi ha guardata e mi ha detto: Carola quando canti tu si crea un’atmosfera che porta tutti quanti noi in un’altra dimensione, grazie.



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


CC: Quelli che hanno voglia di suonare ancora per il gusto di farlo, amo registrare dal vivo e creare atmosfere come in una bella serata tra amici… Amo chi ha voglia di condividere l’emozione per cui abbiamo scelto questo mestiere…



JC: È difficile essere donna nel mondo del jazz?


CC: No, è difficile essere jazzisti in questo mondo, è diverso…



JC: La bellezza fisica ha influito nella tua carriera?


CC: Ivano Fossati dice con la bellezza non discuto, la bellezza se ne va…



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


CC: Ho in mente un bel progetto un po’ esplosivo… per ora non posso ancora parlarne ma uscirà presto, spero a metà del 2012.